Se c’è qualcuno nel mondo del fumetto che merita l’appellativo di furbone quello è Warren Ellis. Genio e cialtrone, iperproduttivo e amante del riciclo, indipendente fino a quando non firma il contratto per qualche major. Capace di (tanti) picchi inimitabili così come di plagi senza pudore (tipo l’episodio di Hellblazer scritto ricalcando il film Man Behind The Sun). Uno di cui aspetti la prossima uscita con l’acquolina alla bocca ma poi finisci per maledirne la grafomania. Come si è detto, un genio. E Con tanta benzina in vena non fa che riconfermarlo.
Un incrocio tra noir, road movie e commedia senza freni. Con un protagonista che non è affatto come ti aspetti. Quando ci si avvicina a un romanzo dove gli eccessi della società ci vengono narrati da un autore noto per la sua poetica estrema e amorale, è naturale aspettarsi personaggi sopra le righe, persi nei meandri della vita (se non totalmente alla deriva). Invece Mike McGill è semplicemente un fallito che finirà per averne le tasche piene ben prima dell’ultima pagina. Un investigatore privato dalla carriera mai decollata, incapace di vivere alla velocità del mondo. Uno che non sopporta la pornografia troppo spinta, non maneggia il suo cellulare come una protesi del proprio corpo e non fa finta di capire tutto quello a cui va incontro. Considerando lo psicopatico disturbato a cui solitamente Warren Ellis si affida siamo già un bel passo avanti. La sua relazione con la selvaggia Trix Holmes ha la freschezza del miglior Kevin Smith. Nessuna traccia di amori malati, sottomissioni o giochetti psicologici. Semplicemente battibecchi da adolescenti in calore.
E qui abbiamo il secondo punto forte del romanzo. Non credete a chi vi parla di immagini forti o di una storia dura e cruda, Con tanta benzina in vena è un libro genuinamente divertente. La prosa del Nostro non gli farà vincere un premio Pulitzer, ma finirete di leggere il suo lavoro prima di aver capito cosa è successo in un capitolo degli ultimi Cormac McCarthy. Breve, veloce, brillante. Sembrerebbe la classica proposta disimpegnata. E invece dentro ci troverete una serie di riflessioni per nulla scontate su argomenti attualissimi. La diffusione delle informazioni via Internet, la possibilità di scegliersi la propria concezione di moralità, la nuova democrazia. Argomenti solitamente riservati ai tomi di luminari come Bauman o Giddens, qui trattati con apparente leggerezza. Warren Ellis si conferma doppiamente intelligente non scendendo direttamente in campo, narrandoci una serie di incontri quantomeno bizzarri senza il minimo paternalismo o tendenza talebana. Scelta di una classe infinita, capace di confermarci la caratura di uno scrittore che non ha mai preteso di insegnare nulla a nessuno. Ma che non si è mai tirato in dietro quando si è trattato di dare ai suoi lettori gli strumenti necessari per decodificare i nostri tempi.
Una gran, gran lettura. Molto più autoriale di tanta roba che pretende di esserlo basandosi unicamente sul peso specifico del proprio linguaggio.
Un incrocio tra noir, road movie e commedia senza freni. Con un protagonista che non è affatto come ti aspetti. Quando ci si avvicina a un romanzo dove gli eccessi della società ci vengono narrati da un autore noto per la sua poetica estrema e amorale, è naturale aspettarsi personaggi sopra le righe, persi nei meandri della vita (se non totalmente alla deriva). Invece Mike McGill è semplicemente un fallito che finirà per averne le tasche piene ben prima dell’ultima pagina. Un investigatore privato dalla carriera mai decollata, incapace di vivere alla velocità del mondo. Uno che non sopporta la pornografia troppo spinta, non maneggia il suo cellulare come una protesi del proprio corpo e non fa finta di capire tutto quello a cui va incontro. Considerando lo psicopatico disturbato a cui solitamente Warren Ellis si affida siamo già un bel passo avanti. La sua relazione con la selvaggia Trix Holmes ha la freschezza del miglior Kevin Smith. Nessuna traccia di amori malati, sottomissioni o giochetti psicologici. Semplicemente battibecchi da adolescenti in calore.
E qui abbiamo il secondo punto forte del romanzo. Non credete a chi vi parla di immagini forti o di una storia dura e cruda, Con tanta benzina in vena è un libro genuinamente divertente. La prosa del Nostro non gli farà vincere un premio Pulitzer, ma finirete di leggere il suo lavoro prima di aver capito cosa è successo in un capitolo degli ultimi Cormac McCarthy. Breve, veloce, brillante. Sembrerebbe la classica proposta disimpegnata. E invece dentro ci troverete una serie di riflessioni per nulla scontate su argomenti attualissimi. La diffusione delle informazioni via Internet, la possibilità di scegliersi la propria concezione di moralità, la nuova democrazia. Argomenti solitamente riservati ai tomi di luminari come Bauman o Giddens, qui trattati con apparente leggerezza. Warren Ellis si conferma doppiamente intelligente non scendendo direttamente in campo, narrandoci una serie di incontri quantomeno bizzarri senza il minimo paternalismo o tendenza talebana. Scelta di una classe infinita, capace di confermarci la caratura di uno scrittore che non ha mai preteso di insegnare nulla a nessuno. Ma che non si è mai tirato in dietro quando si è trattato di dare ai suoi lettori gli strumenti necessari per decodificare i nostri tempi.
Una gran, gran lettura. Molto più autoriale di tanta roba che pretende di esserlo basandosi unicamente sul peso specifico del proprio linguaggio.