Tra il 1998 e il 2002 l’esplosione del post core parse spazzare via tutto quello chi si sapeva precedentemente sulla musica. Un’ondata di band ultratecniche, oscure, cervellotiche eppure legate a un underground fatto di concerti in buchi dispersi chissà dove e dischi stampati in tirature ridicole. Oggi come oggi di quei pionieri non è rimasto molto, chi si è sciolto (Botch, Breach), chi ha cambiato genere (Cave In, Isis), chi preferisce interessarsi di tutt’altro (Dillinger Escape Plan). Solo una band pare essersi presa il fardello di portare avanti una poetica fatta di distorsioni al limite, stridori, urla e furia indecifrabile: i Converge. E lo fanno con quello che probabilmente è il loro miglior disco dai tempi di Jane Doe, opus magnus che difficilmente verrà superato dai suoi stessi fautori. Axe to Fall è la summa tra l’energia da bomba termonucleare del capolavoro appena citato e l’asciuttezza di You Fail Me. Lo strepitoso lavoro di Kurt Ballou, sia in veste di chitarrista che di produttore (il giorno che i Gridlink si faranno produrre da Kurt e masterizzare da Scott Hull avremmo una nuova definizione per distruzione di massa), garantisce abrasività, aggressione e varietà in quantità da overdose. Tutto unito a una sezione ritmica tra il claustrofobico e il tarantolato e alle visioni apocalittiche di un Jacob Bannon mai così versatile. Axe to Fall è sghembo, febbrile, intriso di sangue rappreso, lacrime e sudore. Un crocevia in cui si scontrano grindcore, southern, HC privo di compromessi e il noise più spietato. I Converge ci ricordano ancora una volta cosa significhi suonare musica realmente pericolosa, al di là di tutte le menate legate a ciuffi, death metal, magliette di una taglia in meno e seghe da progster. Assieme ai Coalesce uscita HC (e derivati) dell’anno.
Bonus: trailer del disco!
Bonus: trailer del disco!
2 commenti:
mai state dette parole piu' vere....
AhYeah!
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