mercoledì 14 gennaio 2009

[oldies but goldies] Too many ways to be no 1 di Wai Ka Fai (HK/1997)




Che Wai Ka Fai sia un genio è chiaro a tutti. Cofondatore assieme a Johnnie To della Milkyway Image, regista e sceneggiatore dalla tecnica strabiliante, autore in grado di passare dalle commedie alimentari all’avanguardia più sfrontata. Un autentico uomo di cinema, calato completamente nel mercato e capace di muoversi tra complete cessioni al mercato (proprio come To, uno che passa dal corrispettivo cantonese dei nostri cinepanettoni ai capolavori noir nel giro di qualche mese) ed esperimenti azzardati. Tra questi il western metafisico The Peace Hotel (1995) e, soprattutto, questo Too many ways to be no 1.



Maratona nel grottesco e nel cinismo più soffocante, Too many ways si propone come uno Sliding Doors virato al nero. Il destino di un pugno di perdenti dipende da una singola scelta, ma le conclusioni non saranno poi così diverse. Il fatalismo che impregna tutte le produzioni della Milkyway prima maniera (confermando l’intenzione di una sorta d'autorialità produttiva) si eleva al quadrato, sconfinando nell’eccesso e in umorismo tanto crudele da smettere in fretta di far ridere. Intenzionalmente.



Rappresentativo di questo la scelta di stravolgere il senso del linguaggio cinematografico, ammantandolo di un alone amaro. Nonostante gran parte dell’opera si basi sul piano sequenza, strumento da sempre privilegiato nella trasposizione della realtà su pellicola, la scelta di utilizzare ottiche deformanti, sgranature, angolazioni inusuali (un esempio su tutti, un’intera rissa ripresa sottosopra) suggerisce una visione della stessa molto meno rassicurante di un’istantanea limpida e cristallina. Un pessimismo cosmico , privo dell’aura di disperato eroismo della HK del ventennio d’oro, ma che si ricollega direttamente alla grande tradizione noir dei ’40 (Detour di Edgar G. Ulmer su tutti). L’incarto da giochino meta cinematografico viene meno proprio in virtù della sgradevolezza della pellicola, della sua capacita di immergersi nel pantano fetido di chi sta ai margini. Nessuno spazio per metafore e simboli, ma solo un’urgenza e una foga che colpiscono come un calcio al volto.



Opera per pochi, kitsch oltre ogni limite nell’affastellare eventi, idee e personaggi nello spazio di 90 minuti. Ma anche gelido manuale di scrittura e regia, tanto si avvicina alla perfezione. Film contradditorio e irripetibile, nascosto e dimenticato come lo è stato My heart that eternal rose di Patrick Tam (melodramma dai picchi estremi, elevato a storia del cinema dai pochi istanti della sparatoria finale). Poco altro da aggiungere.




5 commenti:

Giovanni Lembo ha detto...

Che grande film... ho consumeto il pessimo vcd... così come Peace Hotel e My heart... ma chi li fa più film così?

MA! ha detto...

Adoro i vcd. Sono mille volte più affascinanti dei dvd. Con 2/3 euro al massimo ti porti a casa capolavori introvabili. E poi è il formato HK per eccellenza! Comunque, se ti interessa, Peace Hotel e My Heart sono usciti l'anno scorso in una nuova veste rimasterizzata. Sopratutto il film di Tam è pauroso, pare girato ieri. Li trovi facilmente su yesasia.com. Intanto io continuo ad aspettare the The Odd One Dies e The Longest Nite...

:A: ha detto...

Ah, quindi l'abbiamo visto almeno in due.
Cazzate a parte, concordo: capolavoro atomico, come prendere le regole, ribaltarle completamente e continuare a utilizzare in maniera autoriale.
Avanti milioni di anni.

:A:

Giovanni Lembo ha detto...

Concordo, i vcd sono decisamente affascinanti... per non parlare poi dei dvd indiani in cui in un solo dvd ti ritrovi fino a 4 film! Qui a Roma prima se ne trovavano a bizzeffe nel quartiere cinese a prezzi stracciati... poi il p2p ha ridimensionato un po' la cosa...
The Longest Nite già ce l'ho in dvd, presa alcuni anni fa, e mi pare fosse una buona edizione...

MA! ha detto...

Più che buona direi unica! Mi apre che ora come ora l'unico dvd dipsonibile sia quello della HK Video francese (quindi la qualità è stellare). Tientilo stretto (anche perchè la HK Video non è che faccia ste gran tirature...)!