Chi legge questo blog è ben a conoscenza della mia passione smodata per Johnnie To, regista a catena da montaggio e miniera di sorprese. Ma come si fa a non amare un uomo capace di rendere un minuscolo film (80 minuti!) sui borseggiatori un piccolo capolavoro sospeso tra romanticismo alla melassa, kitsch e narrazione epica?
La partenza di Sparrow è fulminate. Un musical dove macchina da presa e cabina di montaggio interpretano i ruoli dei protagonisti. Un continuo rincorrersi tra la regia e una colonna sonora a dir poco invasiva, sospesa tra lounge, jazz easy listening e reminescenze da commedia brillante dei tempi che furono. Come al solito To è un maestro nel tratteggiare personaggi tridimensionali in un pugno di battute, mentre la leggerezza e il disimpegno guidano ogni scelta. Il ritmo è quello di una chiacchierata brillante, di un battibecco fra amanti ancora inconsapevoli.
Una femme fatale misteriosa e dotata di mille risorse si inserisce nella vita di un gruppo di borsaioli guasconi e chiassosi, sconvolgendone gli equilibri interni. Tutto sotto lo sguardo di un uomo misterioso, che pare essere ovunque e in ogni momento.
I minuti passano senza che ce se ne accorga e, in un attimo, si arriva alla scena madre. Vero capolavoro all’interno di un film già di per se superiore alla media. Una sfida tra taccheggiatori, uno scontro epico che si brucerà nel breve spazio di un affollato attraversamento pedonale. Sotto una pioggia battente il tempo di dilata e la fotografia si fa plumbea, mentre il livello della regia si eleva a uno status irraggiungibile. Pochi metri diventano il campo di una battaglia che si svolge tutta fuori dal campo dell’inquadratura. Per quasi dieci minuti seguiamo tutta l’azione negli sguardi dei protagonisti, mentre non una parola viene pronunciata. Johnnie To accumula particolari coreografici (gli ombrelli, la pioggia) e elimina ogni possibile cessione a una narrazione didascalica. Lo spettatore è immerso nello scontro tra campioni del furto, sicuro che qualche cosa sfuggirà sicuramente alla sua percezione. Nulla di diverso da quello che succede nel mondo vero quando, in un luogo affollato, si viene “alleggeriti” da uno di questi artisti della mano leggera.
Sparrow non è certo il più memorabile tra i film di To. Dopotutto si parla di un balocco dalla carta lucente. Nuova dimostrazione, assieme alla commedia romantica Yesterday Once More, che il Nostro può muoversi agilmente in ogni contesto, continuando a unire in maniera impareggiabile autorialità e amore per il genere più incontaminato. Come al solito le facce che popolano i suoi film sono sempre le stesse: Simon Yam, Lam Suet, Gordon Lam e così via. Ennesima testimonianza di come la produzione (tutto è prodotto dalla Milkyway Image di To e Wai Ka Fai) sia parte integrante del processo creativo, portando coerenza e continuità in una carriera che ha ancora tanto da darci
7 commenti:
E io che me lo sono perso all'ultimo Far East Film...tu hai trovato il DVD in regione zero o 3?
:A:
DVD regione 3, naturalmente su Yesasia.com. Se non hai il lettore crackato ti conviene prendere il VCD. Anche tu malato per le produzioni Milkyway Image? E' un tunnel, se hai la sfortuna di beccarti un paio di capolavori di fila dal loro carniere (cosa non difficile, vista la frequenza con cui ne sfornano) non ne esci più. Hai controllato le prossime uscite? Il nuovo Soi Cheung (che finalmente potrà consegnarci il suo capolavoro definitivo), il nuovo di To sceneggiato di Wai Ka Fai (titolo provvisorio "Vengeance"), il remake di Melville... E chi riesce ad aspettare?
Oh...OK. Cazzo. In casa mia c'è un DVD player multiregione, l'ho dovuto usare per vedermi (es.) Exiled...
Malato sì...ho visto "A Hero Never Dies" a Udine e mi sono fottuto il cervello...da lì l'abisso si è spalancato, tra To (che ho conosciuto dal vivo proprio a Udine) e gentaglia della Milkiway: "Expect the Unexpected", "Too Many Ways to be Number One", "The Mission", "PTU", "Election", appunto "Exiled" etc... sul mio blog ho recensito "Mad Detective" che non mi ha esaltato. E neanche l'esordio alla regia di Yau Nai Hoi (che reputo il più geniale sceneggiatore della Milkyway) mi ha convinto...
Invece delle novità che mi dici sapevo solo del remake di Melville!
Meeerdaaa!!! Hai ragione! Chi riesce ad aspettare???
Invece a me Eye in the Sky è piaciuto molto. Ritmo alle stelle e un finale che più sovversivo non si può, sopratutto se si mastica un pò di noir HK. Naturalmente non è al livello dei film da te citati (tutti capolavori, senza mezzi termini). Di To adoro anche il periodo pre beatificazione: Big Heat, The Heroic Trio (supereroine + arti marziali + cannibali + mondi sotteranei e divinità bizzose) e The Barefooted Kid sono gioelli. Tecnicamente anche superiori a quello che gira oggi Giovannino, semplicemente non hanno la stessa impronta "autoriale". Ma che goduria per gli occhi...
Beh, quello è un limite mio: ho cominciato (come molti, temo) a interessarmi al cinema di Hong Kong solo dopo l'esplosione della Tarantinite negli anni '90...e in modo serio solo dopo il Far East Film...quindi tutto quel periodo l'ho perso e ho poco tempo per stare al passo, figurati per recuperare... ;-)
Ma ci passi al Far East quest'anno?^^
Se la scaletta è migliore di quella dello scorso anno magari quest'anno un giro lo faccio. Peccato che in quel periodo ho già n programma una scappatella in Svezia e due mesi dopo ci sia l'HellFest in Francia.
presentiamo domani sera a firenze Sparrow in lingua originale con i sottotitoli in italiano
vi apettiamo!!!
www.odeon.intoscana.it
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