mercoledì 28 luglio 2010

I cinecomics che vorrei




Manca pochissimo alle ferie e sono fuso, quindi beccatevi questo post estivo a impatto zero: una serie di ipotetici film tratti da fumetti con i rispettivi registi che meglio vedrei al timone.



The Punisher di Nicolas Winding Refn: perché nessuno sa essere nero e privo di speranza come la mente dietro a Pusher. Per un buon film su Frank Castle non occorrono sparatorie, ma un abisso di realtà dove rimanere invischiati.



Seaguy di Guy Maddin: perchè riesce a essere il nuovo Georges Méliés con un budget di 10 euro. Qui sotto una delle dimostrazioni più evidenti (ma è bello più o meno tutto quello che ha fatto):







Madman di Spike Jonze: perché per il costume del protagonista obbligherebbe la produzione a utilizzare una vera calzamaglia. E riuscirebbe comunque a farla apparire figa.



Deadpool di Taylor/Neveldine: perché sono gli unici ad azzardare certe esagerazioni senza farle sembrare bambinate da multisala.



Scalped di John Hillcoat: perchè il west non è mai stato così lercio e crudele. E se ne sono accorti anche quei geni della Rockstar Games.



We3 di Neill Bomkamp: perché ha una poetica costruita attorno a effetti speciali (soprattutto relativi a mecha e tecnologie assortite), ultraviolenza e linguaggi della modernità.



Immortal Iron Fist di Seung-Wan Ryoo: perchè City of Violence sarà anche una cazzata, ma una cazzata piena di stile.



Ghost Rider di Park Chan Wook: perché sarebbe un film a base di peccato, redenzione e moralità. Senza contare un’iconografia che richiede la mano di un maestro per non cadere nel cattivo gusto.



Capitan America di Neil Marshall: perché quest’uomo predica da anni di avere nel cassetto una sceneggiatura che unisce Dove Osano le Aquile a Die Hard. E io per finanziare una cosa simile sarei disposto a cacciarci in mezzo anche Capitan America.



100 Bullets di Pen-Ek Ratanaruang: perché è uno dei pochi capaci di raccontare storie di crimine senza cadere in nessun luogo comune, sottraendo fino al parossismo invece di sbrodolare Tarantinismi e John Woo-ismi da quattro soldi.



Hitman di Johnnie To: perché quando si parla di amicizia, lacrime e piombo rovente nessuno è meglio di To.



X Statix di Ryan Murphy: perché riesce a essere ambiguo, cinico e amaramente divertente. E ama alla follia la cultura pop.



Teenage Mutant Ninja Turtles di Chris Cunningham: perchè dai tempi di Come to Daddy questo genio dona la vita a creature impossibili. E perchè viene dal fumetto underground.



Y the Last Man di Pang Ho Cheung: perché gran parte della sua filmografia si basa sul confronto tra sessi, si muove per metafore senza sconfinare nell’autorialità snob e manipola la commedia nera come pochi altri.

Wolverine di Filipp Yankovsky: perchè l'ha già girato e nessuno se ne è accorto. Ed è un peccato, perchè è veramente un gran film.


2 commenti:

Officina Infernale ha detto...

la faccia sembra proprip quella del punitore di ennis...

Doner ha detto...

Scalped on screen mi farà eiaculare testate nucleari

per conto mio sogno da secoli un Batman diretto da Otomo