Manca pochissimo alle ferie e sono fuso, quindi beccatevi questo post estivo a impatto zero: una serie di ipotetici film tratti da fumetti con i rispettivi registi che meglio vedrei al timone.
The Punisher di Nicolas Winding Refn: perché nessuno sa essere nero e privo di speranza come la mente dietro a Pusher. Per un buon film su Frank Castle non occorrono sparatorie, ma un abisso di realtà dove rimanere invischiati.
Seaguy di Guy Maddin: perchè riesce a essere il nuovo Georges Méliés con un budget di 10 euro. Qui sotto una delle dimostrazioni più evidenti (ma è bello più o meno tutto quello che ha fatto):
Madman di Spike Jonze: perché per il costume del protagonista obbligherebbe la produzione a utilizzare una vera calzamaglia. E riuscirebbe comunque a farla apparire figa.
Deadpool di Taylor/Neveldine: perché sono gli unici ad azzardare certe esagerazioni senza farle sembrare bambinate da multisala.
Scalped di John Hillcoat: perchè il west non è mai stato così lercio e crudele. E se ne sono accorti anche quei geni della Rockstar Games.
We3 di Neill Bomkamp: perché ha una poetica costruita attorno a effetti speciali (soprattutto relativi a mecha e tecnologie assortite), ultraviolenza e linguaggi della modernità.
Immortal Iron Fist di Seung-Wan Ryoo: perchè City of Violence sarà anche una cazzata, ma una cazzata piena di stile.
Ghost Rider di Park Chan Wook: perché sarebbe un film a base di peccato, redenzione e moralità. Senza contare un’iconografia che richiede la mano di un maestro per non cadere nel cattivo gusto.
Capitan America di Neil Marshall: perché quest’uomo predica da anni di avere nel cassetto una sceneggiatura che unisce Dove Osano le Aquile a Die Hard. E io per finanziare una cosa simile sarei disposto a cacciarci in mezzo anche Capitan America.
100 Bullets di Pen-Ek Ratanaruang: perché è uno dei pochi capaci di raccontare storie di crimine senza cadere in nessun luogo comune, sottraendo fino al parossismo invece di sbrodolare Tarantinismi e John Woo-ismi da quattro soldi.
Hitman di Johnnie To: perché quando si parla di amicizia, lacrime e piombo rovente nessuno è meglio di To.
X Statix di Ryan Murphy: perché riesce a essere ambiguo, cinico e amaramente divertente. E ama alla follia la cultura pop.
Teenage Mutant Ninja Turtles di Chris Cunningham: perchè dai tempi di Come to Daddy questo genio dona la vita a creature impossibili. E perchè viene dal fumetto underground.
Y the Last Man di Pang Ho Cheung: perché gran parte della sua filmografia si basa sul confronto tra sessi, si muove per metafore senza sconfinare nell’autorialità snob e manipola la commedia nera come pochi altri.
Wolverine di Filipp Yankovsky: perchè l'ha già girato e nessuno se ne è accorto. Ed è un peccato, perchè è veramente un gran film.
2 commenti:
la faccia sembra proprip quella del punitore di ennis...
Scalped on screen mi farà eiaculare testate nucleari
per conto mio sogno da secoli un Batman diretto da Otomo
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