mercoledì 5 gennaio 2011

Mario e il Grande Comandante Supremo






Pare che questo possa essere finalmente l’anno definitivo per lo sdoganamento del videogame come medium artistico alto (o meglio, capace di contenuti alti). Se voci insistenti danno quasi per certo che alla prossima Biennale di Venezia le produzioni di natura videoludica avranno un peso non indifferente, il sempre più attivo MOCA ha pensato bene di riproporre in quel di New York il colossale Long March: Restart a opera del cinese Feng Mengbo (uno che, tanto per capirci, si è imposto sulla scena artistica con un mod di Quake 3 Arena). Un retrogame dotato di comandi wireless in cui lo spettatore può far combattere (letteralmente al proprio fianco) l’eroe protagonista, un soldato dell’armata rossa, contro i nemici del Comunismo. Dimensioni, collocazione e forma dello schermo giocano un ruolo fondamentale nell’immersione in un mondo a metà tra il platform e il picchiaduro a scorrimento. Con un monitor lungo 25 m collocato lungo un corridoio si è obbligati a seguire fisicamente il proprio avatar. Il titolo dell’opera è un riferimento a The Long March, impresa fortemente voluta da Mao e portata a termine dall’Armata Rossa. Una marcia di 8000 miglia attraverso 11 province, con l’obiettivo di spazzare via i nemici del regime. Come rendere Mario più pericoloso di Call of Duty.



Se siete interessati al videogioco come medium artistico non posso non consigliarvi Gamescenes di Matteo Bittanti. Mentre per il discorso contrario (il videogioco come arte) bisogna sempre sperare in una riedizione aggiornata e approfondita di Video Game Art di Nick Kelman (e che non si azzardino a togliere la copertina olografica).





2 commenti:

Watanabe ha detto...

Ricordo un DJ che suonava utilizzando il gameboy..
La grafica 8 bit e tutto quel mondo di di grossi pixel è tornato pesantemente di moda. E finalmente sta entrando anche nella mecca dell'arte.

MA! ha detto...

Non è che parli di Arottenbit? Comunque tutta la scena chiptune è un fermento pazzesco. Bravi anche gli Horse the Band che miscelano roba pesa suonata e suoni di Nintendo.