domenica 9 gennaio 2011

The Damned Things - Ironiclast (Mercury/2010)




Ironiclast è un disco dai mille difetti e da un enorme, fondamentale, pregio. A fronte di una data di scadenza pericolosamente vicina, di una freddezza da tavolino e di qualche scivolone in territori fin troppo friendly i The Damned Things ci hanno consegnato un disco che funziona alla grande. E lo fa adesso. Se il gruppo hardrock medio non fa altro che scimmiottare decadi passate, il nuovo esperimento di Scott Ian ce ne consegna la versione riveduta e aggiornata all’istante in cui lo stiamo ascoltando. Protagonista assoluta la voce di Keith Buckley, istrionico (e per una volta questo abusato aggettivo ha il suo perché) cantante degli Every Time I Die. Sono passati anni dalle varie Ebolarama o Logic of Crocodiles. La promessa di Buffalo non è mai esplosa come ci aspettava, anche quando si è presentata al pubblico con un disco perfetto (il mai troppo sottovalutato Gutter Phenomenon, ricco di perle alla The New Black). Allora tanto vale cambiare e dare sfogo a tutte quelle spinte pop che trasparivano sempre più dalla precedente band. Il risultato sono una serie di linee di vocali appiccicose, di quelle che entrano in testa e ne usciranno tra parecchio tempo (per non rientrarci, questo è da dire, mai più). La sezione chitarristica degli Anthrax fa il suo sporco lavoro, allineando una bella risma di riff dal sapore vagamente southern. Ironiclast è un album leggero, disimpegnato, frizzante e ruffiano come non se ne sentiva da tempo. Destinato a bruciarsi in tempo zero ma determinato ad arrivare fino a quel momento tenendo alta la temperatura della festa. Ci avessero ficcato anche la comparsata di Andrew WK avremmo avuto il party album dell’anno.




Nessun commento: