lunedì 15 giugno 2009

Inferno's Pompa Magna: furia electrogrindpop


Adoro i romani Inferno, da sempre. Tutti gli altri gruppi grind spingono per costruirsi un immaginario/suono sempre più estremo. Loro no. Si spacciano per rock, ma finiscono per somministrarci una letale commistione di grindcore, HC e math, tutto amalgamato da un uso sapiente e mai scontato dell’elettronica. Così ci si ritrova con una produzione chirurgica (ma non iperprocessata), gelida e tagliente come una lama di rasoio, che se ne va a braccetto con suggestioni electropop. Un delirio, come confermano titoli e testi della canzoni. Senza esagerazioni, spesso pare di trovarsi più dalle parti di un Ire Works stonato che tra le tracce di Human 2.0. Considerate che le band umane sono riuscite ad assimilare Calculating Infinity più o meno con l’uscita di Miss Machine (ovvero 5 anni dopo, nel 2004), poi pensate che gli Inferno hanno debuttato nel 2004 con questo suono già ben codificato e inconfondibile. Tanto per farvi capire quanto questi ragazzi prendano poco in considerazione l’ipotesi di essere derivativi od opportunisti. La loro è l’ennesima dimostrazione che pesantezza e intelligenza possono andare a braccetto con il concetto di piacevolezza, basta esserne capaci. Si veda l’impennata qualitativa che hanno avuto i Cephalic Carnage una volta deciso di limare e limitare derive free jazz o proto sludge, o il rock apparentemente inoffensivo di quei paraculi degli Every Time I Die (i Guns N’Roses post Dillinger Espape Plan?). Nel loro piccolo anche quei fenomeni dei Dr. Doom, pazzi olandesi dediti a una sorta di grind melodico senza metri di paragone. Un disco che farà la felicità di chi non sa cosa farsene del blast beat perenne ma che si annoia pure con le scalette svedesi e certi eccessi da schizzati a tutti i costi (Psyopus?). E poi il packaging è stupendo: artwork naif alla Blood Brothers con finestrella su cd annessa. A quando il contratto con la Black Market Activities (almeno)?

3 commenti:

Giangidoe ha detto...

Di solito le tue recensioni musicali (e solo quelle) sono lontane dal mio lessico, dalle mie conoscenze e dai miei gusti, ma questa volta la frase
"si spacciano per rock, ma finiscono per somministrarci una letale commistione di grindcore, HC e math, tutto amalgamato da un uso sapiente e mai scontato dell’elettronica" mi ispira parecchio.
Ora cerco di recuperare almeno quest'album.

MA! ha detto...

Recupera anche Ire Works dei Dillinger Escape Plan. Ascoltalo con calma e in cuffia. Non hai idea di quante idee possanao essere contenute in su solo disco.

Giangidoe ha detto...

Con calma e in cuffia...
Saranno almeno 5 anni che non lo faccio più. Magari in cuffia si, ma non più tranquillo steso sul letto (e magari con i testi in mano), ma solo in autobus o in treno, e a mozziconi.
Sarà la volta buona che ascolto il tuo consiglio e spezzo l'incantesimo?