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Forte di una regia capace di dare energia e dinamismo anche a semplici diverbi verbali, Kirkman può permettersi ormai di basare gran parte delle storie su dialoghi in situazioni statiche. L’utilizzo sapiente del cliffhanger (anche tra una pagina e l’altra) e il ricorso a drammatiche splash page impostate su primi piani rendono il meccanismo empatico disarmante per efficacia e decisione nel colpire basso il lettore. Figura extradiegetica destinata, tra l’altro, a perdere sempre più importanza nell’universo narrativo di The Walking Dead. Il miracolo di questo fumetto è quello di far sentire il fruitore come parte della comunità protagonista piuttosto che spettatore. La natura ongoing della serie rende il tutto estremamente realistico e ogni personaggio acquista una caducità inaudita per una creazione di carta e inchiostro. La comunità del tuo condominio, del tuo paesello o della tua via non si esaurisce dopo 12 numeri, e questa è esattamente l’impressione che l’opera di Kirkman e Adlard lascia pagina dopo pagina. Quella di un mondo che va al di là della quarta parete, quella di personaggi veri e sfaccettati, con una vita che ha una continuità tra una vignetta e l’altra.
The Walking Dead dimostra quanto si possa arrivare alto partendo da un punto considerato tragicamente basso come il fumetto seriale di matrice horror, senza ricorrere a sgangherati team up o al solito umorismo slapstick. La capacità di suscitare dibattiti morali legati alla nostra attualità è seconda solo al DMZ di Wood e Burchielli, evitando (per ora) la politica ma preferendo indagare il lato etico della società. Il tutto inserito in un contesto appassionante, umano e palpitante. Come già detto, capolavoro.
Accattatevelo qui!
Qui invece la mia rece al precedente volume.
2 commenti:
Anche il fumetto horror di matrice romeriana non è proprio nelle mie corde. Ma non dubito, purtroppo, della tua recensione.
E il "purtroppo" è d'obbligo, quando si parla di volumi da fumetteria...
Del resto, uno dei film più belli che abbia visto nell'ultimo anno è proprio del regista de L'ALBA DEI MORTI DEMENTI! (mi riferisco però a HOT FUZZ)
Ti assicuro che i fumetti horror non sono neppure la mia tazza di te, ma questo Walking Dead è immenso. E gli zombie potrebbero anche non esserci.
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