sabato 27 settembre 2008

[oldiest but goldiest] The Butterfly Murders di Tsui Hark (1979)




Prendete un horror gotico (e con gotico si intende quell’asse che unisce Bava, la produzione Hammer ed Edgard Allan Poe) dalle tinte ecovengeance, ambientate il tutto in un contesto da wuxia e avrete questo The Butterfly Murders. Che poi sarebbe il cortometraggio di debutto del Maestro Tsui Hark.



Leggenda vuole che durante un fatidico incontro tra le banchine del porto di Hong Kong, alla calda luce del tramonto, due giovani cineasti, il Nostro e il suo compare John Woo, decisero di cambiare per sempre la fisonomia della settima arte. Dopo un pugno di film i due non cambiarono solamente il loro cinema autoctono, ma una fetta piuttosto larga di immaginario collettivo mondiale (prendete un action occidentale degli anni ’70 e confrontatelo con un qualsiasi prodotto venuto dopo A Better Tomorrow). E tutto cominciò con questo The Butterfly Murders.



Una sinergia di generi come si poteva rintracciare solo in certe produzioni italiche (si veda tutta l’opera di Margheriti, con particolare attenzione per il lesbo thriller gotico Contronatura e il western horror E Dio disse a Caino) unita alla ricerca di un linguaggio deciso a spostare l’asse della comprensione verso quello della sensazione. Una cifra stilistica che diventerà poi uno dei perni di tutto il meccanismo cinema di Tsui Hark, dalla produzione dei film di Ching Siu Tung fino al capolavoro/punto non ritorno The Blade. Un montaggio serrato accompagna movimenti di macchina ancora grezzi, ma che già contengono in potenza tutto quello che verrà dopo.



La narrazione viene relegata in secondo piano, poggiando tutto il peso del lungometraggio sulle spalle di una fotografia meravigliosa (polverosa e desaturata negli esterni, pittorica e dal tono gotico nelle frequenti escursioni nei sotterranei) e di continue invenzioni di linguaggio. Lo sguardo viene tradito in continuazione, asportando interi segmenti di azione marziale e convincendo il nostro cervello a completare il movimento (il braccio solleva la spada, taglio, la spada ha già colpito. Noi percepiamo l’intero movimento ascendente dell’arma). Non capiamo, ma le sensazioni hanno il soppravvento sulla percezione alterata della finzione.



Anche se le imperfezioni e le ingenuità sono tante The Butterfly Murders è il punto di partenza di una rivoluzione che ha cambiato il nostro modo di vedere (e sentire, come vorrebbe Tsui Hark) il cinema.




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