Prendete I Guerrieri della Notte, privateli dell’inconfondibile alone queer e innestateli ai combattimenti senza onore e umanità del Maestro Fukasaku. Sostituite il cinismo dello yakuza eiga con le speranze e i sogni caratteristici dell’ambientazione liceale. Aggiungete un fuorilegge come Takashi Miike a dirigere il tutto e il risultato sarà una delle uscite migliori della scorsa stagione.
Tra i corridoi del liceo Suzuran si combatte per il titolo di Re della Scuola. Le cose cambieranno con l’ arrivo di un nuovo studente, deciso a cambiare le carte in tavola.
Dopo aver stupito tutti con il kolossal finto puerile “The Great Yokai War”, con il dramma gay “Big Bang Love, Juvenile A”, con la marchettona Django e l’episodio censurato per i Masters of Horror Miike pare tornare, a distanza di dieci anni, ai due episodi di Young Thugs. Il filone orientale dei “combattimenti liceali” (tanto fruttuoso in Giappone nell’ambito manga/anime quanto in versione live action in terra Sud Koreana) va ad arricchirsi delle trovate surreali tipiche del Nostro, questa volta misurato più del solito nel premere sul tasto della nostalgia a favore dell’intrattenimento più raffinato.
I 130 minuti di questo episodio zero scorrono veloci, complice sia una sceneggiatura che non ha paura di infangarsi con il colore tipico della letteratura disegnata che la regia frizzante di Miike, consumata macchina da cinema accorta nell’ inserire ogni dieci minuti l’invenzione inedita o l’inquadratura evocativa, richiami infallibili anche per l’attenzione dello spettatore più distratto. Una fotografia magnifica, sospesa tra l’azzurro del cielo e i grigi del degrado urbano, dipinge nel migliore dei modi un affresco complesso e variegato, raggiungendo il suo vertice nella resa dei conti sotto la pioggia (ormai un cliché del cinema orientale).
Per una volta Miike decide di non irridere luoghi comuni e passaggi obbligati del cinema di genere, scegliendo piuttosto di sfruttarli a pieno, realizzando un’opera smaccatamente commerciale (già nella titolazione si intuisce che sono pianificati più seguiti), svincolata dai temi tipici del regista di Ichi e Agitator, magistralmente diretta e capace di stimolare anche il cinefilo più smaliziato. Ci sono i raccordi micro millesimali, i piani di narrazione paralleli, l’effetto speciale naif e una serie di movimenti di macchina da mozzare il fiato (soprattutto quelli atti a suggerire l’impatto dei colpi), in più il senso d’amicizia, l’ ascesa nel mondo delle gang, una ricca galleria di personaggi caratteristici e ben definiti (tutti utili alla narrazione) oltre che un finale aperto che trasuda epica moderna. Intrattenimento di gran classe, leggero nei contenuti ma prezioso nella forma. Un ottovolante di stile e trovate come Miike non ci proponeva dai tempi di City Of Lost Souls (2000).
Tra i corridoi del liceo Suzuran si combatte per il titolo di Re della Scuola. Le cose cambieranno con l’ arrivo di un nuovo studente, deciso a cambiare le carte in tavola.
Dopo aver stupito tutti con il kolossal finto puerile “The Great Yokai War”, con il dramma gay “Big Bang Love, Juvenile A”, con la marchettona Django e l’episodio censurato per i Masters of Horror Miike pare tornare, a distanza di dieci anni, ai due episodi di Young Thugs. Il filone orientale dei “combattimenti liceali” (tanto fruttuoso in Giappone nell’ambito manga/anime quanto in versione live action in terra Sud Koreana) va ad arricchirsi delle trovate surreali tipiche del Nostro, questa volta misurato più del solito nel premere sul tasto della nostalgia a favore dell’intrattenimento più raffinato.
I 130 minuti di questo episodio zero scorrono veloci, complice sia una sceneggiatura che non ha paura di infangarsi con il colore tipico della letteratura disegnata che la regia frizzante di Miike, consumata macchina da cinema accorta nell’ inserire ogni dieci minuti l’invenzione inedita o l’inquadratura evocativa, richiami infallibili anche per l’attenzione dello spettatore più distratto. Una fotografia magnifica, sospesa tra l’azzurro del cielo e i grigi del degrado urbano, dipinge nel migliore dei modi un affresco complesso e variegato, raggiungendo il suo vertice nella resa dei conti sotto la pioggia (ormai un cliché del cinema orientale).
Per una volta Miike decide di non irridere luoghi comuni e passaggi obbligati del cinema di genere, scegliendo piuttosto di sfruttarli a pieno, realizzando un’opera smaccatamente commerciale (già nella titolazione si intuisce che sono pianificati più seguiti), svincolata dai temi tipici del regista di Ichi e Agitator, magistralmente diretta e capace di stimolare anche il cinefilo più smaliziato. Ci sono i raccordi micro millesimali, i piani di narrazione paralleli, l’effetto speciale naif e una serie di movimenti di macchina da mozzare il fiato (soprattutto quelli atti a suggerire l’impatto dei colpi), in più il senso d’amicizia, l’ ascesa nel mondo delle gang, una ricca galleria di personaggi caratteristici e ben definiti (tutti utili alla narrazione) oltre che un finale aperto che trasuda epica moderna. Intrattenimento di gran classe, leggero nei contenuti ma prezioso nella forma. Un ottovolante di stile e trovate come Miike non ci proponeva dai tempi di City Of Lost Souls (2000).
4 commenti:
Un altro film che va in coda alla lista.
Anche se il filone dei combattimenti liceali, almeno nei manga, non mi ha mai particolarmente appassionato...
Tu recupera lo stesso, che le finezze di Miike valgono tutto il tempo che ci investi. Comunque ottimo il 2 dvd della release taiwanese: grande packaging e una qualità audio/video incredibile!
ciao,
spero di fare cosa gradita segnalando che sono disponibili i sottotitoli italiani su subsfactory.it
Certo! Grazie mille!
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