giovedì 24 dicembre 2009

Strenna musicale natalizia: Struck By Lightning + Gaza


Visto e considerato che non sono ancora riuscito a metabolizzare la notizia degli Eyehategod in concerto a Milano (ad aprile, presso il circolo Magnolia) oggi un bel post dobbio a base di dischi ignoranti.


Serpents dei Struck By Lightning (Translation Loss Records/2009): fidatevi, nel prossimo anno gruppi come questo o i Black Tusk (guarda caso freschi di firma Relapse) spopoleranno. Il perchè lo spiego qui .



He Is Never Coming Back dei Gaza (Blackmarket Activities/2009): se dovessi compilare un elenco dei dischi che considero veramente oscuri e pericolosi non saprei come escludere dalla lista il debutto dei Gaza. I Don’t Care Where I Go When I Die rappresentava all’epoca il meglio del peggio della scena estrema. Annichilente fin dal titolo e dalla cover, sparava in faccia all’ascoltatore un magma indistinto di postcore, crust, powerviolence e semplice intransigenza fine a se stessa. Un disco che non portava a nulla, trovando la sua unica ragione d’essere nella demolizione di ogni sortita anche vagamente avvicinabile al concetto di musica. Ora la band di Salt Lake City se ne esce con un nuovo disco, He Is Never Coming Back (ma quanto sono bravi a scegliersi i titoli?), e cerca di rimescolare le carte in tavola. Nonostante sia percepibile la volontà di rendere maggiormente ragionati e riflessivi i brani la vena di ignoranza e ostilità che ha reso famosa la band non riesce a rimanere comunque repressa. Gli stacchi grind, la produzione rovinosa, l’aprirsi sempre più spesso alle lusinghe di uno sludge paludoso e putrescente. Tutto sembra riconfermare quanto sentito nel debutto, eppure pare che questa volta qualcuno si sia dimenticato il freno a mano tirato. Un peccato, soprattutto immaginandosi quanto in basso si sarebbe potuti sprofondare. In qualsiasi caso i Nostri si riconfermano una realtà solida come una roccia, dotata di un impianto di significati espressi con cura certosina. Artwork, testi, titolazione dei brani. Tutto è studiato per essere più estremo del dovuto. Peccato che qui non ci sia traccia dell’umorismo postmoderno che, negli scorsi anni, ha reso cool troppe band inutili. Sarà per quello che vedo in giro più magliette dei Bring Me The Horizon che dei Gaza.

Nessun commento: