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Come se si venisse in possesso di un taccuino privato dove non ci è dato di capire tutto, così questo Io è Giacomo Leopardi/Kurt Cobain Cherie si pone verso il lettore con una tale sincerità da mettere in imbarazzo. Le sovrastrutture scompaiono, la libertà di espressione prende il sopravvento e smette di preoccuparsi del lettore generalista. Ma anche di quello hard core o di quello affetto dalla nota sindrome di nicchia. Sembra che nelle rotative della tipografia sia caduto il volume sbagliato, che la vera opera sia stata dimenticata sulla scrivania di qualche editore. Si ha l’impressione di avere tra le mani un diario personale, una serie di appunti, un quadernetto scarabocchiato tuffando lo sguardo fuori dalla finestra. L’empatia arriva a livelli incomprensibili, i difetti diventano pregi perché sintomi di una non convenzionalità delicata e leggera.
Una finta semplicità che si rispecchia anche nella confezione del volume, dal formato e dai colori rassicuranti e che scompaiono nel mare di lustrini delle fumetterie. L’eleganza che viene dalla semplicità, impreziosita da curiose soluzioni come la flip cover.
Io è Giacomo Leopardi/Kurt Cobain Cherie non piacerà a tutti, risulterà ostico a chi nel fumetto cerca narrazione schematica e strutture seriali, grandi eventi e personaggi sopra le righe. Il tepore tranquillizzante del già noto, per quanto questo possa essere estremo e al limite. Perché a Saverio Montella non occorre urlare per destabilizzare e far riflettere.
2 commenti:
Mi hai rubato le parole dal gargarozzo....come sempre sei riuscito a colpire nel centro...non so come tu faccia ma mi lasci sempre a bocca aperta....come disse Cicciolina a Jeff!
Felice che ti sia piaciuta. In settimana chiama che dobbiamo concludere la discussione lasciata a metà!
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