Prendete la solita serie con protagonista un’adolescente dark dalla doppia vita. Un esempio qualsiasi, dalla statunitense Buffy alla pletora di proposte orientali a base vampirica e/o spiritistica. A questo punto date carta bianca a tre autori italici che fanno dell’esser sopra le righe cifra stilistica. Shakerate il tutto con la maggior dose di violenza possibile e avrete Giada.
Sospesa tra incubo Tromesco e teen serial di metà anni ’90, la serie targata Edizioni Arcadia arriva alla sua terza uscita marcando una curva di miglioramento costantemente impennata verso l’alto. Dopo uno speciale, stupendo dal punto di vista grafico ma carente sul lato della storia, Federico Sfascia torna ai testi regalandoci una vicenda frizzante e imprevedibile. Proprio come dovrebbero esserlo tutte quelle in cui si parla di adolescenti, mostri e cospirazioni religiose. Giada procede per accumulo, facendo del menefreghismo verso autorialità e rigore un autentico punto fermo nel suo sgangherato universo. La carne al fuoco è tanta che congruenza e lucidità di visione perdono importanza, a vantaggio di uno scatenato giro sull’ottovolante più esagerato del luna park.
In Giada tutto è troppo. Troppo esplicite le allusioni sessuali (si parla sempre di adolescenti, quindi fatevi i vostri calcoli), troppo piene le vignette, troppo splatter i combattimenti, troppo stereotipati i personaggi, troppo frequenti gli eccessi. E per tutte queste ragioni funziona in maniera magnifica. Senza nessun tipo di pretese, senza rincorrere il mercato, senza considerare il lettore come un deficiente a cui far credere che tutto quello che non capisce è arte (e che quindi può leggere solo pattume da supermercato). Gli autori di Giada giocano con il loro amore sconfinato per il fumetto, sporgendosi senza pudore sul filo del rasoio che separa buon cattivo gusto da semplice ciarpame. La creatura di casa Arcadia è un fumetto che sovverte l’ordine tra alto e basso, che prende il fumetto nella sua accezione più pura e ce lo restituisce distillato e, in un certo senso, idealizzato.
Una serie che sarebbe perfetta se serializzata, anche solo per far rabbia a Walter Benjamin e ai suoi seguaci.
Sospesa tra incubo Tromesco e teen serial di metà anni ’90, la serie targata Edizioni Arcadia arriva alla sua terza uscita marcando una curva di miglioramento costantemente impennata verso l’alto. Dopo uno speciale, stupendo dal punto di vista grafico ma carente sul lato della storia, Federico Sfascia torna ai testi regalandoci una vicenda frizzante e imprevedibile. Proprio come dovrebbero esserlo tutte quelle in cui si parla di adolescenti, mostri e cospirazioni religiose. Giada procede per accumulo, facendo del menefreghismo verso autorialità e rigore un autentico punto fermo nel suo sgangherato universo. La carne al fuoco è tanta che congruenza e lucidità di visione perdono importanza, a vantaggio di uno scatenato giro sull’ottovolante più esagerato del luna park.
In Giada tutto è troppo. Troppo esplicite le allusioni sessuali (si parla sempre di adolescenti, quindi fatevi i vostri calcoli), troppo piene le vignette, troppo splatter i combattimenti, troppo stereotipati i personaggi, troppo frequenti gli eccessi. E per tutte queste ragioni funziona in maniera magnifica. Senza nessun tipo di pretese, senza rincorrere il mercato, senza considerare il lettore come un deficiente a cui far credere che tutto quello che non capisce è arte (e che quindi può leggere solo pattume da supermercato). Gli autori di Giada giocano con il loro amore sconfinato per il fumetto, sporgendosi senza pudore sul filo del rasoio che separa buon cattivo gusto da semplice ciarpame. La creatura di casa Arcadia è un fumetto che sovverte l’ordine tra alto e basso, che prende il fumetto nella sua accezione più pura e ce lo restituisce distillato e, in un certo senso, idealizzato.
Una serie che sarebbe perfetta se serializzata, anche solo per far rabbia a Walter Benjamin e ai suoi seguaci.
4 commenti:
sottoscrivo tutto.
puro sciallo fumettoso.
conosci Sfascia anche come regista?
vai sul suo sito/myspace (lo trovi nel mio blog) e guardati un pò di roba.
il suo primo film "BeautyFullBeast" merita.
ora sta lavorando al secondo, quel ragazzone tutto fare.
Di BeautyFullBeast mi ero visto il trailer. Molto divertente e altrettanto bizzarro. E poi ci sono i mostri di gomma. Peccato non sia reperibile.
grazie per la recensione!
vedrò di vanificare tutto con un numero tre di cui nemmeno io (che l'ho scritta )capisco la trama!
se vuoi posso spedirti una copia di Beauty Full Beast...
mandami un recapito a
info@rubaffetto.com
-Federico Sfascia.
grazie ancora eh!
(tra l'altro stima per le cose che scrivi e la qualità delle tue analisi...)
Non vedo l'ora di leggere il volume tre. Complimenti, io spero veramente di vedere un Giada mensile. Sarebbe la volta che ricomincio ad andare in edicola (escluso l'ultimo parte di Recchioni, che mi ha gustato assai)!
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