Un titolo che meno attraente non potrebbe essere (a proposito, perché non optare per l’acuta e sottile traduzione inglese?), un argomento non proprio alla portata di tutti e uno stile di narrazione che fa dell’essere anti spettacolare il suo punto di forza. Bisogna dire che alla BD hanno coraggio da vendere. In questo caso ben riposto.
Dalla prima all’ultima pagina saranno almeno quattro o cinque le occasioni in cui la squadra protagonista di Crimini Finanziari si raccoglie per riassumere i fatti e tirare le fila della vicenda. Una scelta narrativa che spesso cade nel classico “spiegone”, ma che in questo caso rappresenta alla perfezione l’opera di cui si sta parlando, ponendosi esattamente all’antitesi della sua controparte statunitense. Perché se in un caso, quello US, la razionalizzazione di una vicenda ne ammazza pathos e potenza drammatica, nel caso del fumetto di Richard Malka e Andrea Mutti si ha una completa immersione in una matassa narrativa di proporzioni quasi ingestibili. Personaggi, dati, locations, scambi tra reale e finzione, tutto in una quantità esagerata e compresso dentro una foliazione che sembrerà sempre e comunque riduttiva. Non è un caso se per tutte le 144 pagine di questo tomo le vignette si moltiplicano, si frammentano, riempiono la pagina in maniera quasi parossistica. E all’interno di ogni singola sequenza abbiamo personaggi che parlano tanto, tantissimo. Parlano di numeri, tecnicismi finanziari e politica, sorprendendoci come le poche frasi a effetto inserite quasi a forza da Malka risultino fuori luogo in un flusso di informazioni che pare troppo vero per essere relegato al genere. Anche la struttura narrativa ne risente, muovendosi per ellissi e lasciando spesso il compito al lettore di decifrarne svolte e colpi di scena. La scelta di non rallentare mai il ritmo, di non dare un attimo di respiro neppure alle svolte più importanti (non dico splash page come se piovesse, ma almeno una vignetta più grande di un francobollo ogni tanto non sarebbe stata male), stordisce il lettore e lo fa sentire minuscolo, come se la sua presenza non fosse desiderata o comunque gradita. Una scelta di coraggio, che da spessore e realismo impossibili da ottenere in altri modi, ma che rende la lettura spesso difficile da seguire. Come si sarà già capito, Crimini Finanziari non è un fumetto per tutti. Grazie ancora BD, per non considerarci come una massa di nerd interessati solo all'ultimo megacrossover da discount.
Leggere Crimini Finanziari è un po’ come essere travolti da un treno in corsa: enorme, veloce e inarrestabile. Se si volesse essere un po’ più cinici si potrebbero mettere in disparte paragoni ferroviari per lasciare spazio a leggi economiche e flussi di denaro, arrivando alla conclusione che in questo senso l’opera è metafora perfetta dei nostri tempi. Peccato per le occasionali svisate in territori televisivi o per le facilonerie che punteggiano qua e la il dipanarsi della trama, ma il risultato è comunque ottimo. Immaginatevi uno 007, con tanto di cospirazione mondiale, alle prese con qualcosa di infinitamente più grande di quello che tratta solitamente (è la prima volta che trovo in un libro cifre così alte da aver bisogno di note a margine per poterle capire). Dimenticatevi cocktail e locations esotiche per calarvi in studi legali, banche e paradisi fiscali. In Crimini Finanziari si fa sul serio, attentati e scalate si susseguono senza sosta, e per riderci sopra ci sarà sempre tempo. Forse.
Dalla prima all’ultima pagina saranno almeno quattro o cinque le occasioni in cui la squadra protagonista di Crimini Finanziari si raccoglie per riassumere i fatti e tirare le fila della vicenda. Una scelta narrativa che spesso cade nel classico “spiegone”, ma che in questo caso rappresenta alla perfezione l’opera di cui si sta parlando, ponendosi esattamente all’antitesi della sua controparte statunitense. Perché se in un caso, quello US, la razionalizzazione di una vicenda ne ammazza pathos e potenza drammatica, nel caso del fumetto di Richard Malka e Andrea Mutti si ha una completa immersione in una matassa narrativa di proporzioni quasi ingestibili. Personaggi, dati, locations, scambi tra reale e finzione, tutto in una quantità esagerata e compresso dentro una foliazione che sembrerà sempre e comunque riduttiva. Non è un caso se per tutte le 144 pagine di questo tomo le vignette si moltiplicano, si frammentano, riempiono la pagina in maniera quasi parossistica. E all’interno di ogni singola sequenza abbiamo personaggi che parlano tanto, tantissimo. Parlano di numeri, tecnicismi finanziari e politica, sorprendendoci come le poche frasi a effetto inserite quasi a forza da Malka risultino fuori luogo in un flusso di informazioni che pare troppo vero per essere relegato al genere. Anche la struttura narrativa ne risente, muovendosi per ellissi e lasciando spesso il compito al lettore di decifrarne svolte e colpi di scena. La scelta di non rallentare mai il ritmo, di non dare un attimo di respiro neppure alle svolte più importanti (non dico splash page come se piovesse, ma almeno una vignetta più grande di un francobollo ogni tanto non sarebbe stata male), stordisce il lettore e lo fa sentire minuscolo, come se la sua presenza non fosse desiderata o comunque gradita. Una scelta di coraggio, che da spessore e realismo impossibili da ottenere in altri modi, ma che rende la lettura spesso difficile da seguire. Come si sarà già capito, Crimini Finanziari non è un fumetto per tutti. Grazie ancora BD, per non considerarci come una massa di nerd interessati solo all'ultimo megacrossover da discount.
Leggere Crimini Finanziari è un po’ come essere travolti da un treno in corsa: enorme, veloce e inarrestabile. Se si volesse essere un po’ più cinici si potrebbero mettere in disparte paragoni ferroviari per lasciare spazio a leggi economiche e flussi di denaro, arrivando alla conclusione che in questo senso l’opera è metafora perfetta dei nostri tempi. Peccato per le occasionali svisate in territori televisivi o per le facilonerie che punteggiano qua e la il dipanarsi della trama, ma il risultato è comunque ottimo. Immaginatevi uno 007, con tanto di cospirazione mondiale, alle prese con qualcosa di infinitamente più grande di quello che tratta solitamente (è la prima volta che trovo in un libro cifre così alte da aver bisogno di note a margine per poterle capire). Dimenticatevi cocktail e locations esotiche per calarvi in studi legali, banche e paradisi fiscali. In Crimini Finanziari si fa sul serio, attentati e scalate si susseguono senza sosta, e per riderci sopra ci sarà sempre tempo. Forse.
3 commenti:
"La scelta di non rallentare mai il ritmo, di non dare un attimo di respiro neppure alle svolte più importanti [...]stordisce il lettore e lo fa sentire minuscolo, come se la sua presenza non fosse desiderata o comunque gradita."
Conosco bene questa sensazione. Nel cinema, soprattutto, capita spesso. Ricordo che c'era una recensione di Filmtv al film "Bugie, baci, bambole & bastardi" che, parafrasando, esprimeva lo stesso tipo di disagio.
Ed è anche vero che, poco tempo dopo, un altro film serrato dello stesso tipo (The Big Kahuna) sarebbe poi diventato uno dei miei preferiti.
ho il primo tomo in francese ma l'ho mollato...effettivamente troppo ostico da seguire, lo prenderò in italiano (il volume BD dovrebbe racchiudere i tre tomi francesi, no?)
conobbi Malka a Parigi, è un giovane avvocato che da pochi anni si è dato anche alla sceneggiatura...con risultati di vendita mostruosi (si parla di 60-70.000 copie vendute a tomo). conosce la sua materia.
e l'argomento, evidentemente, tira.
anche il suo precedente trittico, "L'ordre de Cicéron", ha venduto un fottìo.
Per essere ostico è ostico, ma una volta iniziato l'ho anche finito. Il volumone di Wolverine "Nemico Pubblico" di Millar e JR Junior, per quanto ben realizzato, riesco a sorbirmelo solo a piccole dosi. Qualcosa vorrà dire.
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