sabato 24 maggio 2008

[le bustone] Blindman di Ferdinando Baldi (1971/Italia)

Non tutti i film necessitano di un analisi seria e approfondita. Esistono masterpiece capaci di riportarci a quella dimensione tipicamente infantile legata a doppio filo con le classiche bustone da edicola. Pacchetti multicolor ravvivati da strilli fuori misura, oggetti invitanti e misteriosi. All’interno ci trovavi sempre qualcosa che non ti aspettavi, e anche se ogni ingrediente era completamente slegato dagli altri l’alchimia che si veniva a creare era qualcosa di inimitabile. Questa rubrica è ispirata proprio a quelle bustone, e a tutti quei film dove l’accumulo vale più della coerenza interna. Opere sgangherate, sottovalutate, ma ricche di un fascino che solo l’enumerazione dei singoli ingredienti può spiegare.

Nella bustona di oggi troverete:

Tony Anthony nei panni di un pistolero cieco, esattamente come Zatoichi ma molto più figlio di mignotta.

Misoginia oltre il livello di guardia (anche per essere uno spaghetti western!).

Ringo Starr nei panni di un messicano psicopatico che si fa chiamare Candy.

50 donne nude che corrono nel deserto, dopo essere state vendute e rubate da cani e porci.

Un centinaio di soldati messicani, una mitragliatrice e Tony Anthony nella stessa stanza.

Esplosioni che al confronto Michael Bay è il terzo fratello Dardenne.

Torture.

Mappe codificate in braille.

Una vagonata di battute tipicamente spaghetti, ma con picchi di insensibilità e cinismo da pelle d'oca. Alla faccia del politicamente corretto.

Stelvio Cipriani alla colonna sonora, confermandosi una macchina da composizione (200 film nel suo carniere).

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