Non è un paese per vecchi è, semplicemente, l’antiwestern. Il passo successivo alla poetica crepuscolare di Peckinpah. La pietra tombale sull’american dream. Perchè non esiste epica in questo capolavoro, non esiste un istante in cui si è portati a tifare per qualcuno. La totale assenza di musiche ci riporta bruscamente sulla Terra, un posto dove non esistono pompose fanfare all’arrivo della cavalleria. Per dirla tutta, non esiste neppure la cavalleria. Perché se vuoi sopravvivere forse è meglio che te ne stai in disparte, che lasci fare agli altri.
Della solita miriade di personaggi Coeniani il protagonista questa volta è quello che si vede di meno, quel vecchio sceriffo stanco e svogliato che ricorda poco John Ford ma molto i personaggi di Jim Thompson. Perché questo è uno sceriffo che manda avanti il vice nelle situazioni pericolose, che non vuole responsabilità. Si dice addirittura che voglia mollare.
Nel Mucchio Selvaggio un uomo doveva fare quello che doveva fare, anche a rischio di rimetterci la pelle. Ma si sa, certe cose vanno così. O meglio, andavano così quando il mito della frontiera cominciava a disperdersi nel vento del deserto. Perché qui si parla di 1980, non 1900. Adesso è il caso di pensarci due volte prima di fare quello che c’è da fare. Perché potrebbe esserci qualcun altro che potrebbe farlo per noi. Oppure si potrebbe addirittura far finta di niente…
Non esistono scene madri da tramandare ai posteri, qui si muore nelle ellissi narrative, senza che neppure un bastardo venga a piangere per te. Non esistono fragorosi duelli sotto al sole, o codici d’onore, qui il cattivo è uno psicopatico inarrestabile dotato di pistola ad aria compressa. E il bottino lo si ruba a gang di spacciatori messicani.
Questo è quanto Non è un paese per vecchi, un grandissimo noir travestito da western moderno, ci sbatte in faccia. Un assolo di cinismo assoluto come non se ne vedeva da tempo. Il grande cinema americano si rende conto che non è più tempo di leggende.
Della solita miriade di personaggi Coeniani il protagonista questa volta è quello che si vede di meno, quel vecchio sceriffo stanco e svogliato che ricorda poco John Ford ma molto i personaggi di Jim Thompson. Perché questo è uno sceriffo che manda avanti il vice nelle situazioni pericolose, che non vuole responsabilità. Si dice addirittura che voglia mollare.
Nel Mucchio Selvaggio un uomo doveva fare quello che doveva fare, anche a rischio di rimetterci la pelle. Ma si sa, certe cose vanno così. O meglio, andavano così quando il mito della frontiera cominciava a disperdersi nel vento del deserto. Perché qui si parla di 1980, non 1900. Adesso è il caso di pensarci due volte prima di fare quello che c’è da fare. Perché potrebbe esserci qualcun altro che potrebbe farlo per noi. Oppure si potrebbe addirittura far finta di niente…
Non esistono scene madri da tramandare ai posteri, qui si muore nelle ellissi narrative, senza che neppure un bastardo venga a piangere per te. Non esistono fragorosi duelli sotto al sole, o codici d’onore, qui il cattivo è uno psicopatico inarrestabile dotato di pistola ad aria compressa. E il bottino lo si ruba a gang di spacciatori messicani.
Questo è quanto Non è un paese per vecchi, un grandissimo noir travestito da western moderno, ci sbatte in faccia. Un assolo di cinismo assoluto come non se ne vedeva da tempo. Il grande cinema americano si rende conto che non è più tempo di leggende.
Scheda IMDB: http://www.imdb.com/title/tt0477348/
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