mercoledì 3 marzo 2010

Loaded Bible: il Sangue di Cristo - Comunione (Edizioni Arcadia/2010)




Waves of Mutilation dei Pixies è una canzone che ti illude. Leggi il titolo e pensi a determinate coordinate sonore, poi vieni smentito passando all’ascolto e ulteriormente confuso leggendo il testo. Evitando improponibili paragoni qualitativi (Frank Black è pur sempre Frank Black) Loaded Bible è un po’ un Wave of Mutilation del fumetto statunitense: leggi il titolo (e sinossi) e pensi a una cazzata immane, una sorta di spin-off Tromesco senza la classe delle produzioni di Lloyd Kaufman. Poi scopri che in realtà il tutto è incredibilmente serio, sorprendendoti e facendoti temere il peggio (quando c’è in ballo la religione paternalismo e banalità sono sempre nei paraggi). Chiudi il volume e sei sicuro di aver letto qualcosa che non ti saresti mai aspettato. Anche sapendo che Loaded Bible parla di un futuro di post apocalittico dove Gesù combatte i vampiri per conto di un nuovo Vaticano.



Non siamo certo alle prese con un lavoro perfetto, questo è sottointeso, ma la freschezza e la volontà di non scadere mai nella faciloneria a buon mercato pagano più di tanta freddezza da artigiano rodato (almeno questa volta). Una vicenda a prima vista scontata e inutile viene trattata con profondità non comune, andando ad affastellare una serie di livelli di lettura che denotano una progettazione (per lo meno a livello concettuale) a lungo termine. Lo stesso personaggio di Gesù acquista tanta umanità da allontanare definitivamente il pericolo della macchietta gratuita. Ne paladino ne totale deficiente, semplicemente un uomo confuso dalle troppe responsabilità. Altro punto a favore il fatto che, nonostante in Loaded Bible gli eccessi non manchino, ci si mantiene sempre lontani da una certa slapstick comedy stopposa e banale, fatta di frattaglie e schizzi di sangue. Le tavole si contraddistinguono per immediatezza e semplicità, affiancando a temi non certo semplici colori accesi e un tratto quasi da cartone animato. Un rischio che può pagare o meno. Se in alcuni casi l’effetto dissonante risulta funzionale e affascinante, come nell’orgia di sangue in conclusione al breve story arc, spesso si corre il pericolo che l’eccessiva distanza tra contenuti e disegno generi uno stridore difficilmente sopportabile.



Tante piccole imperfezioni (comprese cadute di tono dei dialoghi) che non riescono a scalfire il perno centrale di questa pubblicazione. Una volta chiuso il volume il continuo gioco di specchi di Seeley e Norton rimane impresso, evitando che tutto l’insieme ci scivoli addosso come tante pubblicazioni formalmente perfette ma prive di un vero e proprio punctum barthesiano. Il famoso concetto di IDEA di cui parlava Alan Moore nel suo manuale di scrittura, chiave di volta dimenticata troppe volte dagli sceneggiatori a ogni latitudine del mondo.

2 commenti:

Valentino Sergi ha detto...

Sì, decisamente gran cosa. Non sapevo fosse già uscito il nuovo volume!

MA! ha detto...

Ed è molto meglio del primo. Sia come storia che come disegni.