Esiste un soggetto narrativamente più pericoloso dei vampiri? Ingrediente insipido per banalità gotiche o arguta metafora dei nostri bisogni, tutto dipende da chi ne parla. Penso ad Abel Ferrara, Howard Chaykin, Tomas Alfredson, Richard Matheson e mi tranquillizzo, realizzando che canini e giugulari dilaniate non significano solo cerone e pacchianeria protosadomaso. Da oggi possiamo annoverare a questa ristretta lista (che non si limita ai soli nomi citati, ma che non si dilunga neppure in decine di esempi) anche il sud coreano Park Chan Wook, esteta dell'amoralità già consegnato al mito con la sua trilogia della Vendetta. Dopo la zuccherosa commedia I'm a cyborg but that's ok eccolo alle prese con un prete vampiro, il solito Song Kang-ho, e tutto quello che ne consegue.
5 commenti:
ehilà, sabato pomeriggio passi in Arcadia per l'incontro con ponticelli?
magari ci si conosce
ciao
Stavo giusto pensando di scriverti. Facile che ci si veda!
se passi mi becchi facile..
sarò quello che ogi tanto andrà dietro alla cassa a far finta di lavorare, oppure chiedi in giro :D
avrei preferito un vampire film che espandesse il suo episodio di three extremes.
direi che va benissimo così ma quegli sguardi innamorati e quel volo a fine trailer mi puzzano tanto di "crepuscolo" coreano...
speriamo bene, cioè speriamo nel solito catatico bagno di sangue!
Nooo, io bramo il crepuscolo coreano. Magari in chiave totalmente intollerabile, tipo il "commovente" finale di Old Boy.
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