Approfitto dell’imminente release europea di questo titolo per parlarne un poco e diffondere il verbo del piccolo ninja/b-boy protagonista.
N+ fa parte di quella privilegiata stirpe di videogiochi ben consapevoli di aver scovato l’ambitissima ricetta magica. Penso alla serie di Katamari o a Elite Beat Agent, due fra gli esempi più fragorosi di tale fenomeno. Si parla di giochi minuscoli, graficamente nulli e senza la minima pretesa di narrazione, ma dotati di un carisma tale da infrangere le barriere della nicchia videoludica. In parole povere sono cazzatine a cui non daresti due lire ma su cui finisci per perderci ore.
Già al primo minuto di gioco ci si accorge di come la proposta Atari riesca a differenziarsi dal resto della marmaglia next ”solo nella grafica” gen. Questo perché N+ ha stile, una marea di stile. Prendete uno qualsiasi dei classici del retrogaming alla Lode Runner, aggiornatelo dotandolo di una filosofia di fondo molto affine a quella del parcour e date al tutto un taglio molto underground, quasi da street art nostalgica. Il risultato è un mondo bidimensionale, a tinte piatte e privo di ogni orpello estetico, dove muovere il pugno di pixel che compongono il nostro ninja accompagnati da ossessivi beat rigorosamente lo-fi. Centinaia di livelli dove raccogliere i sempreverdi blocchetti d’oro, sfruttando solamente il pad direzionale e un tasto per il salto. Pochissime regole, molti nemici e un numero infinito di vite bruciate. Perché in N+ morirete tante, tante, tante volte. Per via di una mina, di un salto troppo alto, di un androide, di un missile a ricerca, di un trabocchetto o semplicemente per via del tempo scaduto (e in N+ il tempo si misura in millisecondi, con la conclusione che alcuni livelli si bruciano in 2/3 secondi). Per quanto possa apparire semplice e scontato questo è quello che ci mette a disposizione Atari, e adesso passiamo a noi.
N+ non è un gioco, è una tavolozza su cui sfoggiare la propria abilità. Ogni livello può essere terminato in maniera banale e pragmatica o, in alternativa, divertendosi un mondo in acrobazie da funambolo. La semplicità dei comandi e l’immediatezza delle meccaniche eliminano ogni tipo di scoglio, garantendo divertimento e agonismo senza frustrazioni di sorta. Per le bestemmie ci pensa la curva d’apprendimento, non vi preoccupate. Completa il tutto un multiplayer da urlo (candidato miglior co-op ai Gamespot Awards del 2008) e un editor che sfrutta appieno le potenzialità del DS (disegni il livello con il pennino e ci giochi subito). Atari vi da così l’opportunità di fare il gioco vostro, di modellarlo sui vostri bisogni e abilità. Il problema longevità svanisce, l'attività videoludica torna a essere svago estemporaneo e fine a se stesso.
Certo, se adesso mi veniste a dire che sparare a uno stormo di zombie dotati di moto da cross dal retro di un Hummer lanciato a piena velocità nella savana (di cosa starò parlando?) è più gasante di muovere due lineette su uno schermo da 3 pollici direi che è dura non darvi ragione. Ma vuoi mettere lo stile?
4 commenti:
Mi ricorda un gioco flash dalle dinamiche simili ma mannaggia a tutto non mi viene in mente il nome.
Cmq pare proprio figo.
L'ho giocato per un mesetto.
E' un gioiello.
Il gioco si chiama N. Era la prima incarnazione di N+, poi è passato a XBox Live e infine a PSP e DS. E' un pò quello che è successo a Geometry Wars. Per rimanere nel genere è curioso come la Nintendo non abbia ancora comprato le licenze per giochi che con la filosofia della grande N andrebbero a nozze, tipo LocoRoco o Patapon.
dio esiste
è già la seconda volta che lo scrivo in venti minuti
ma sai, tra un capolavoro di copertina e un VIDEOGAME...
non sono due cosette che si vedono tutti i giorni
no ma, dico, è il 2008 ed escono ancora i VIDEOGAME!!! quelli VERI!!!
Posta un commento