lunedì 14 luglio 2008

[oldiest but goldiest] Memories of Murder di Bong Joon-ho (2003/Sud Korea)

Memories of Murder non è che un enorme McGuffin. Quello che gli strilli sulla cover del dvd pubblicizzano come il miglior serial killer movie di sempre è, in realta, qualcosa d’altro. Qualcosa di infinitamente più alto e destinato a rimanere negli anni a venire. Memories of Murder è, per potenza politica e metaforica, il Texas Chainsaw Massacre Sud Koreano. L’affresco di un paese diviso dai movimenti di piazza, visto dagli occhi della brutalità rurale. Con la differenza che l’opera prima di Bong Joon-ho racchiude, nei suoi 130 minuti, una profondità umana che lo differenzia dalla brutalità tout court della controparte statunitense.



Anche qui si parla di orribili e grotteschi omicidi seriali. Una catena di terrore che si consuma nella più placida campagna, mentre sullo sfondo enormi cambiamenti politici si fanno sempre più inevitabili e imminenti. La classe del sud coreano lascia sullo sfondo sangue e claustrofobia per concentrasti sui rapporti umani all’interno della piccola comunità sconvolta, creando personaggi vividi e tangibili. Nessun super agente o genio dell’investigazione, ma la mediocrità e l’umanità di persone comuni. In Memories of Murder si ride e si piange, ci si irrita per le banalità e per gli errori grossolani dei protagonisti, ci si infuria per la miopia di un governo troppo impegnato a sopprimere le spinte popolari per preoccuparsi di un assassino seriale. Ci si sente parte di una provincia abbandonata, alle prese con qualcosa di troppo grande per i suoi standard.



Seo Tae-yoon, investigatore inviato da Seul per risolvere il caso, fa di tutto per apparire freddo e calcolatore, in contrapposizione all’incompetenza e all’irruenza del campagnolo Park Doo-man. Prima della fine scopriremo la rabbia del primo e la rassegnazione del secondo, in un ritratto complesso e stratificato, che più di una volta lascia l’amaro in bocca e delude. L’espediente del serial killer appare così in tutta la sua chiarezza, scusa perfetta per poter indagare su di una società arrivata a un bivio cruciale della sua storia. Due mondi che si scontrano per cercare di rimettere assieme i pezzi di un microcosmo andato in frantumi.



Dal punto di vista cinematografico Memories of Murder è una lezione di stile e regia. Mai una banalità, nessuna concessione alla banalità o al pretenzioso. Solamente grande cinema. L’intera scena finale, ambientata sotto una pioggia catartica e torrenziale (che nulla ha del mero orpello estetico) sarà capace negli anni a venire di influenzare tutto il cinema di questa nazione (e non solo). Bong Joon-ho si conferma capace di unire narrazione, pathos e una cura formale che ha del maniacale, riuscendo a consegnare al pubblico un film politico costruito attorno a un brutale fatto di cronaca, venato di umorismo nero ma sempre e comunque esteticamente abbagliante. Se vi pare poco…

2 commenti:

Torakiki ha detto...

Concordo.
Semplicemente fenomenale.

MA! ha detto...

Grande Torakiki! Sapevo di poter contare su di te!