La Passenger Press è quanto di più lontano possibile si possa trovare dal concetto di casa editrice seria e responsabile. Sinceramente mi è sempre piaciuta di più la definizione di fanzine stampate bene. Sarà per tutta la robaccia grind/crust/merdacore fotocopiata su carta igienica letta da adolescente, o per il fatto che alcuni dei dischi più belli da me posseduti siano poco più che demo stampati in 500 copie, ma a me della (presunta) professionalità derivante dalla serietà istituzionale non è mai fregato nulla. Una simile concezione del proprio lavoro ti permette di potertene infischiare bellamente di calcoli, strade ben battute, chiacchiere e luoghi comuni. Non male, ancora meglio se pensi che così sei praticamente autorizzato a reinventarti a ogni uscita. Tutto questo per assecondare il desiderio di abbattere qualche barriera. Tra nazionalità, settori di mercato, scomparti stagni e luoghi mentali. Per fortuna non siamo gli unici a pensarla così, trovando un partner perfetto nella 55DSL. Nel mondo della moda le collaborazioni tra brand sono la mania del momento: abbiamo scarpe da skate statunitensi curate da marchi nipponici, microscopiche realtà nordeuropee impegnate a prestare la loro creatività a giganti del settore, fotografi di magazine patinati pronti a seguire linee di tshirt e così via. Ma in quanti casi la direzione artistica di un capo a tiratura limitatissima (e a distribuzione mondiale) è stato concessa a una microcasa editrice come la nostra? E quante volte siete venuti a contatto con un albo a fumetti realizzato su tessuto? Qui non si parla di prendere un’illustrazione e di sbatterla su di una tshirt in vendita in qualche grande magazzino. Qui si tratta di una tshirt sviluppata come se fosse di un vero e proprio volume a sé stante. Quindi, dopo che il sottoscritto si è ritrovato a inventare un personaggio ad hoc per l’occasione (con il fondamentale contributo in fase di character design da parte di Christian e Alexis Ziritt) e a sceneggiare una serie di tavole autoconclusive, la palla è passata alla direzione creativa della 55DSL. Una volta definita la strip da illustrare abbiamo scelto, tanto per rendere le cose ancora più complicate, un artista diverso per ogni vignetta (tutti dispersi ai quattro angoli del globo). Il passo successivo è stato quello di inviare a tutti i disegnatori lo storyboard e gli studi per i personaggi. In poche parole siamo passati dalle nostre tirature ridicole a un circuito milionario mantenendo il modus operandi che ci ha portato a sviluppare ogni nostra uscita. Da Marostica chiedevano Passenger Press e noi questo gli abbiamo dato. Una sorta di autorialità esplosa, dove da più voci si arriva a un risultato unico. Quando poi gli artisti coinvolti sono gente di estremo valore come Christian, Alexis Ziritt, Ralph Niese, Alexander Kostenko, Gabz, Marina Munoz e la new entry assoluta Elena Barbarich (strepitosa) il risultato non potrà che essere mirabolante. Come fare ad avere questo pezzo da collezione? Prima di tutto aspettare il 2011, quando sarà messa in vendita, poi mettersi d’impegno e cercare una delle 1055 copie della tshirt distribuite tra Milano, Londra, New York, Tokyo, Osaka, HK, Shanghai e tutti gli altri bei posti dove trovare un monomarca con il logo blu e rosso sopra l’ingresso. E la cosa non potrebbe concludersi qui…
martedì 19 ottobre 2010
Novità Passenger 2 di ...: Passengerx55DSL
La Passenger Press è quanto di più lontano possibile si possa trovare dal concetto di casa editrice seria e responsabile. Sinceramente mi è sempre piaciuta di più la definizione di fanzine stampate bene. Sarà per tutta la robaccia grind/crust/merdacore fotocopiata su carta igienica letta da adolescente, o per il fatto che alcuni dei dischi più belli da me posseduti siano poco più che demo stampati in 500 copie, ma a me della (presunta) professionalità derivante dalla serietà istituzionale non è mai fregato nulla. Una simile concezione del proprio lavoro ti permette di potertene infischiare bellamente di calcoli, strade ben battute, chiacchiere e luoghi comuni. Non male, ancora meglio se pensi che così sei praticamente autorizzato a reinventarti a ogni uscita. Tutto questo per assecondare il desiderio di abbattere qualche barriera. Tra nazionalità, settori di mercato, scomparti stagni e luoghi mentali. Per fortuna non siamo gli unici a pensarla così, trovando un partner perfetto nella 55DSL. Nel mondo della moda le collaborazioni tra brand sono la mania del momento: abbiamo scarpe da skate statunitensi curate da marchi nipponici, microscopiche realtà nordeuropee impegnate a prestare la loro creatività a giganti del settore, fotografi di magazine patinati pronti a seguire linee di tshirt e così via. Ma in quanti casi la direzione artistica di un capo a tiratura limitatissima (e a distribuzione mondiale) è stato concessa a una microcasa editrice come la nostra? E quante volte siete venuti a contatto con un albo a fumetti realizzato su tessuto? Qui non si parla di prendere un’illustrazione e di sbatterla su di una tshirt in vendita in qualche grande magazzino. Qui si tratta di una tshirt sviluppata come se fosse di un vero e proprio volume a sé stante. Quindi, dopo che il sottoscritto si è ritrovato a inventare un personaggio ad hoc per l’occasione (con il fondamentale contributo in fase di character design da parte di Christian e Alexis Ziritt) e a sceneggiare una serie di tavole autoconclusive, la palla è passata alla direzione creativa della 55DSL. Una volta definita la strip da illustrare abbiamo scelto, tanto per rendere le cose ancora più complicate, un artista diverso per ogni vignetta (tutti dispersi ai quattro angoli del globo). Il passo successivo è stato quello di inviare a tutti i disegnatori lo storyboard e gli studi per i personaggi. In poche parole siamo passati dalle nostre tirature ridicole a un circuito milionario mantenendo il modus operandi che ci ha portato a sviluppare ogni nostra uscita. Da Marostica chiedevano Passenger Press e noi questo gli abbiamo dato. Una sorta di autorialità esplosa, dove da più voci si arriva a un risultato unico. Quando poi gli artisti coinvolti sono gente di estremo valore come Christian, Alexis Ziritt, Ralph Niese, Alexander Kostenko, Gabz, Marina Munoz e la new entry assoluta Elena Barbarich (strepitosa) il risultato non potrà che essere mirabolante. Come fare ad avere questo pezzo da collezione? Prima di tutto aspettare il 2011, quando sarà messa in vendita, poi mettersi d’impegno e cercare una delle 1055 copie della tshirt distribuite tra Milano, Londra, New York, Tokyo, Osaka, HK, Shanghai e tutti gli altri bei posti dove trovare un monomarca con il logo blu e rosso sopra l’ingresso. E la cosa non potrebbe concludersi qui…
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3 commenti:
Bless, fratelli.
E vedrai cosa arriva...
Se son buone notizie, son contento, caro. Irie Irie.
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