venerdì 3 luglio 2009

Avanguardia pop: The Paper Chase - Someday This Could All Be Yours Vol.1 (Southern Rec./2009)

Non uno dei soliti dischi che trovate recensiti su questo blog. Anzi, per dirla tutta, qui si parla di un disco che di “solito” non ha proprio nulla. Dopotutto i texani The Paper Chase hanno sempre goduto come pazzi nel mettere in difficoltà chi tentava di decifrarli, dai loro spigolosi esordi fino all’accessibilità dell'ultimo Someday This Could All Be Yours Vol.1 (prima parte di un concept sulle calamità naturali).



Questa volta il produttore/mastermind John Congleton supera se stesso, restringendo ulteriormente la linea divisoria tra genio e buffone. Pensate a una band emo (e per emo si intende angst adolescenziale alla Texas is the Reason, Cursive, The Get Up Kids e Far) pericolosamente propensa al melodramma kitsch che si ritrova casualmente a suonare con un’orchestra stonata, un gruppo rumorista e una cover band dei Sonic Youth. Aggiungete un senso dell’umorismo nerissimo e praticamente privo di tatto, la volontà di sbrodolare tutto lo sbrodolabile e avrete questo Someday This Could All Be Yours Vol.1. Irritante a tratti, affabulatore in altri. Capace di alternare frangenti tanto banali da risultare geniali e genialità tanto spinte da cadere nella banalità. Confusi? Tranquilli, è normale quando sia ha che fare con la controparte audio di Southerland Tales. Come il film di Richard Kelly si arriva alla fine senza sapere se l’esperienza sia stata piacevole o meno, indecisi se cedere al fascino dell’imperfezione.



Tra le sicurezze abbiamo il piccolo capolavoro I'm Going To Heaven With Or Without You (The Forest Fire), sintesi ultima del disco e sgangherata operina da teatro in decadenza. Una traccia fenomenale che sfrutta a pieno i limiti vocali di John Congleton, convincendoci che il suo essere naif è la cosa migliore che poteva capitare ai The Paper Chase. Fatevi piacere questa canzone e probabilmente adorerete anche il resto del lavoro, fatevela scivolare addosso con noncuranza e preparatevi a defenestrare il cd.



Si potrebbe parlare ancora a lungo di questi dieci viaggi in una mente forse fin troppo creativa, ma non sarebbe altro che un continuo alternare di termini antitetici. Giochino tanto divertente le prime tre righe quanto stucchevole sulla distanza. Tanto vale procurarsi il cd e goderselo. Male che vada avrete l’ennesima dimostrazione di quanto ci sia ancora da ascoltare.

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