lunedì 2 febbraio 2009

Butterfly Lovers di Jingle Ma (HK/2008): tornano i Romeo e Giulietta d'oriente.




Butterfly Lovers non entrerà negli annali come il miglior film Hongkonghese del 2008, probabilmente verrà esportato con la solita copertina Photoshoppata in quindici secondi e con una bella dicitura che ci ricordi che piaga è stato Kill Bill per il cinema orientale (mi duole ancora il ricordo di chi mi disse che il capolavoro Lady Snowblood era copiato dall’opera Tarantiniana). Una fine infame per un lavoro che, nonostante i mille difetti, riesce ad avere fisionomia ed identità propri.



Butterfly Lovers è prima di tutto un melodramma, che parte come commedia e si conclude tra fiumi di lacrime. Una storia d’amore negato che fa apparire come vittime di tale sentimento anche l’antagonista dei due amanti al centro della vicenda. Il tutto tra derive queer e facilonerie di sceneggiatura, fattore quest’ultimo che non intacca in maniera esagerata la solidità della narrazione.



Poi ci sono gli scontri, coreografati da un redivivo Ching Siu-Tung. Il Maestro pare essersi ricordato (dopo alcuni exploit discutibili) di essere il massimo esponente del cinema marziale moderno, e ci consegna ancora una volta prova tangibile della sua maestria. Pochi frangenti ma ben distribuiti tra i 100 minuti del film, avvalendosi di alcune tra le migliori soluzioni registiche dell’intera opera. Movimenti di macchina a schiaffo per seguire il turbinio delle lame, improvvisi raccordi su particolari, sospensioni del ritmo, tutto fotografato splendidamente. Abbandonando sia i fumi blu del wuxia ottantiano che le plastificazioni dei nuovi kolossal cinesi, Jingle Ma sceglie di illuminare questa sua reinterpretazione dei Giulietta e Romeo d’oriente con colori lievi e carichi di luce, dando al tutto un’atmosfera eterea e al contempo viva. Peccato per alcuni passaggi un po’ televisivi, soprattutto nella parte centrale.



I difetti ci sono, è inutile cercare di dire il contrario. Ma l’intensità dei sentimenti narrati e la freschezza della messa in scena sono altrettanto innegabili. Butterfly Lovers poteva essere molto di più (magari dando maggiore spazio proprio a Ching Siu-Tung) ma si accontenta di essere un buon prodotto, peccando proprio di mediocrità e paura nello spingere sull’acceleratore.



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