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Perché l’adolescenza è sfavillante e colorata solo nella testa degli adulti.
Proprio come il piccolo film di Hong Kong questo Exit No.6 nasconde, dopo un 95% buono di film completamente votato alla commedia (horror per Bio Zombie, romantica in questo caso), un’iniezione di realtà che li avvicina entrambi alle intuizioni sviluppate da Fukasaku nel suo Battle Royale. La ribellione giovanile e la resistenza a un sistema che fa della competizione il suo asse principale possono essere rappresentati in maniera differente da occidente a oriente. Quasi cancellati o relegati in romantiche parentesi nostalgiche nella commedia occidentale (dai vari American Pie fino alle nostre Mocciate), portati alle estreme conseguenze (ma non quelle che vi aspettate) nei campioni d’incasso dell’altra metà del mondo.
Succede così che una piccola produzione di Taiwan, come questo Exit No.6, ci regali gioia per gli occhi e nel contempo ci porti a riflettere. Gustose citazioni dai classici del kung fu si sposano con l’estetica da fotografia di moda (diciamo Elaine Constantine), la leggerezza del ricordo si mischia alla dura realtà e al cinismo dell’iperbole. Perché a Ximending tutto può succedere, anche di arrendersi alla vita (proprio come nei centri commerciali di Hong Kong visti in Bio Zombie).
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