mercoledì 6 agosto 2008

Shamo di Soi Cheang (HK/2008)


E se Daniel San fosse stato uno psicopatico?



Soi Cheang è una delle voci più forti della nuova generazione di registi Hong Konghesi, forte di una tecnica/visione d’insieme non indifferenti e dalla potenza iconoclasta disarmante. Soi è uno che passa dall’horror più banale al melodramma noir dello straziante Love BattlefieldDog fino al discusso nichilismo tout court di Dog Bite Dog, poliziesco con un cuore di tenebra che lo avvicina più all’horror estremo che all’ennesima variazione di guardie e ladri. Così, anche quando si tratta di dirigere una marchetta come l’adattamento di un manga ultraviolento per il grande schermo, il Nostro riesce a metterci del suo.



Ryo è un ragazzo intelligente, ricco e… accusato di aver massacrato i suoi genitori. In riformatorio dovrà subire ogni tipo di sevizia, sopportando il dolore giorno dopo giorno grazie alla lezioni di karate del Maestro Kenji Kurokawa. Ryo scoprirà così di essere una macchina assassina, con tutte le conseguenze del caso…



Shamo è un film sgradevole, che unisce momenti di grande eleganza formale (il duello notturno tra i bambù, i frangenti dell’incontro finale su sfondo nero) con una messa in scena sporca e svalorizzata ulteriormente dalla fotografia desaturata. Soi Cheang si riconferma regista capace e linguisticamente multiforme, capace di muovere senza sosta la macchina da presa e di piazzarla nei posti più impensati. Come in Dog Bite Dog continuano gli esperimenti su montaggio e sonoro, forti di una capacità evocativa ed emozionale inarrestabile. I problemi nascono nel confronto con il medium originale e nell’autorialità del regista.



Soi Cheang riesce nel medesimo tempo a mettere troppa carne al fuoco, cercando di seguire in 100 minuti quello che il manga fa in una serie completa, e a dare un’impronta troppo personale al film. Il risultato è un opera che viaggia alla velocità della luce frammentando in mille ellissi e altrettanti oscuri simbolismi la trama, ma al contempo apparendo come la riproposta in chiave marziale delle tematiche di Dog Bite Dog. Shamo è un film immaginifico, pieno di sostanza e rabbia repressa, capace di intrattenere come un live action ma di colpire sotto la cintura come un film di Haneke, ma rimane comunque una parziale occasione mancata. O un pericolo scampato, se si pensa al genere alimentare a cui appartiene.



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