lunedì 16 giugno 2008

Billy Wild di Ceka & Griffon: western horror dalla Francia

Sembra proprio che il trend del momento sia il connubio western/horror. Prima con l’italiano “Ucciderò ancora Billy the Kid” nato dalle menti di Roberto Recchioni e Riccardo Burchielli, coadiuvati da un manipolo di formidabili disegnatori, tutti rigorosamente di provenienza italiota. Poi la pubblicazione nel nostro paese del romanzo di Joe R. Lansdale “La morte ci sfida” oltre che i primi trailer del nuovo film di Wesley Snipes “Gallowwalker”. E, infine, da poche settimane anche la 001 contribuisce al mucchio selvaggio con la traduzione del francese “Billy Wild”. Anche se, a dirla tutta, l’idea di una tale commistione non brilla certo per originalità, potendo trovare il primo esempio di un simile crossover addirittura nello storico Zombie 2 di Lucio Fulci (1979) o, in maniera meno esplicita, in tutto il cinema di John Carpenter.

“Billy Wild” pare comunque orientarsi più alle raffinatezze del gotico piuttosto che alla fisicità di zombie e splatter, vestendo i panni di un racconto onirico che ha molto poco del polveroso mondo di Sergio Leone, preferendogli una concezione di favola nera che deve molto agli esperimenti in plastilina di Tim Burton. La narrazione evita di scimmiottare in maniera goffa e impersonale certe smargiassate e scorrettezze che tanto hanno contribuito alla diffusione degli spaghetti western nel mondo, imperniandosi piuttosto sui monologhi interiori del protagonista, divisi tra interrogativi presenti e flashback su di un passato oscuro.

L’esecuzione rimane comunque impeccabile, forte di una sceneggiatura che si diverte a disseminare misteri e colpi bassi e di una controparte grafica dalla personalità più che spiccata. L’assenza di mezzi toni, l’abbondanza di particolari e la scelta di deformare in maniera grottesca ogni anatomia sono le armi vincenti di Griffon, capace di leggere tra le righe dello script di Ceka e di fondere in pieno la propria arte con la narrazione. Ed è proprio questo che colpisce maggiormente del fumetto: la completa aderenza tra parola scritta e tratto grafico, come se si trattasse di una sola persona e non di una copia di autori. Nasce così un microcosmo di fantasia dotato di un’identità forte e definita, credibile e compatto nella sua visionarietà apocalittica. E considerando il fatto che si parla di pistoleri immortali non mi pare poco.

001 Edizioni, 2008 - Fuori serie
cm. 17x24, pp. 112, bianco e nero, brossura rilegata

Euro 12,50
ISBN 978-88-95208-47-3
EAN 978-88-95208-47-3
Disponibile: aprile 2008

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