lunedì 23 giugno 2008

Ausonia's Serious Toys, maneggiare con cura


Ausonia’s Serious Toys avrebbe potuto essere perfetto. Una staffilata al calor bianco, travestita da colorato e invitante balocco, che manca di un’inezia il suo bersaglio proprio per un eccesso di quello che troviamo alla sua base: troppo livore e passione annebbiano la vista e fanno perdere la lucidità nel momento dell’attacco a testa bassa. E Ausonia’s Serious Toys non è altro che un’ aggressione guidata da un eccesso di sincerità, a scapito di cinismo e distacco. Troppo cuore, quando per scrivere un’opera del genere lo si dovrebbe lasciare in un’altra stanza.



A livello di linguaggio e soluzioni stilistiche siamo a un livello stellare, sfruttando una stasi e un tratto che fanno loro la filosofia superflat di Takashi Murakami cosi come la moda per i toys d’autore resi celebri da KidRobot e MyPlasticHeart. Una sorta di kawaii repellente e offensivo, dove occhioni lucidi e sorrisini accattivanti lasciano spazio a espressioni beote e vuote. Nessun tipo di mostriciattolo cariiiino, ma solamente insetti giganti, predi pedofili e pompinare di professione.



L’unico difetto sono proprio gli occasionali scivoloni nella banalità (un esempio su tutti la figura della velina/starlette/puttana) che vanno a cozzare con la raffinata atmosfera da apocalisse imminente ricreata con suggestive scelte narrative. Si noti che con banalità non si intendono luoghi comuni sconfinanti nella leggenda metropolitana, ma semplicemente aspetti della nostra realtà talmente bassi e triviali che avrebbero necessitato di un trattamento meno di pancia e più da gelido chirurgo forense (trattandosi di necrosi sul vasto tessuto della civiltà occidentale).



Nessuna gag a effetto, ma una telecamera impietosa sui pupazzi che popolano i nostri tempi dunque. Un fumetto umoristico che non fa ridere ma che nausea, e di questo se ne compiace. Con la consapevolezza che avrebbe potuto fare VERAMENTE male.



Qui il link al blog del progetto.

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