lunedì 26 marzo 2012

BUUURP! Black Breath - Sentenced to Life (Southern Lord/2012)



Spero in futuro di non avere mai l’occasione di vedere i Black Breath dal vivo, soprattutto dopo questo Sentenced to Life. Perché, dopo una tale scarica di bestialità e ignoranza, mi seccherebbe non poco trovarmi davanti quattro bamboccioni da Warped Tour. Diciamo che confido nelle capacità di scouting della Southern Lord, da sempre una delle etichette più attaccate al concetto di credibilità dell’artista. In qualsiasi caso, delusioni live o meno, i cinque di Seattle il gran disco alle stampe lo hanno dato (e lo si capisce fin dalla stratosferica cover). Un grumo putrescente fatto di Entombed, d-beat, Dismember, black metal e HC puro e duro. Tutto scartavetrato dalla solita, prodigiosa, produzione di Kurt Ballou. Cercate originalità? Qui non ne troverete neppure una goccia. Vi accontentate di ritmiche pesanti come un maglio di ghisa, chitarre appena estratte da un altoforno e titoli dell’aulica levatura di Feast of the Damned? Allora ecco un disco che non dovete lasciarvi sfuggire. Sorprendente come oramai questo tipo di discorso lo si faccia sempre più di frequente, come se dopo stagioni di ricerca smodata oggi come oggi siano ancora i riff grandi come una cava di granito a far pizzicare il senso di ragno. Anni passati a scrivere articoli dove si cercava di infilare per forza di cose il patetico giochino di parole “metallo pe(n)sante”  e nel 2012 un dischetto come questo riesce a mettere in ombra giganti del calibro di Meshuggah e Spawn of Possession. E non c’è nulla di male. Viviamo in tempi in cui l’impalpabile ha ripercussioni ben più che concrete sulla nostra vita.  Nulla di più normale quindi della fuga in un salutare iper materico in fase di intrattenimento. Oppure ne abbiamo semplicemente piene le palle e un lavoro come questo Sentenced to Life da la stessa soddisfazione di un rutto da australopiteco tirato in ufficio dopo aver consegnato le dimissioni. Tutti hanno un amico che fino a ieri si instupidiva ascoltando in loop la discografia dei Pungent Stench mentre oggi ascolta solo i Real Estate. Prendetelo alla sprovvista lanciando a volume 11 una traccia qualsiasi di questa bomba. E ditegli che voi no, certe abitudini da rozzo bifolco non avete proprio intenzione di perderle.

3 commenti:

Officina Infernale ha detto...

gran disco anche se forse il primo mi piace di più, in heavy rotation in questi giorni...cmq sia loro, che i pulling teeth e gruppi simili ogni volta che inconrtano Dwid degli Integrity spero che gli offrano almeno da bere...horns up...

Kekko ha detto...

spoiler: dal vivo non sono bamboccioni da warped tour. :)

MA! ha detto...

@ Officina: io preferisco il secondo. Ancora più derivativo ma decisamente più grosso.

@ Kekko: yeah! Allora devo vederli al più presto. Bella notizia. E che con tra Internet e megastudi di registrazione vari paiono sempre tutti dei gran fighi. Poi li vedi dal vivo e cadi in narcolessia.