venerdì 21 ottobre 2011

Rape'n'Reality Show: Scarlet di Brian M. Bendis e Alex Maleev



Il paradigma “Fai sembrare finta la realtà e vera la finzione” è senza ombra di dubbio una delle chiavi di volta della potenza mediatica acquisita negli anni da MTV. Se si prende in analisi la programmazione dell’emittente non ci si può non rendere conto di quanto questa caratteristica ne vada a intaccare ogni aspetto, rendendolo il vero fil rouge di tutta la sua produzione interna. Tanto i reality seguono dei palesi copioni (non esiste la striscia quotidiana ma solo la puntata settimanale, in cui abbiamo narrazione sia verticale che orizzontale) quanto, alla stessa maniera, i TF sono basati su un modello linguistico da proto-cinéma vérité (con l’esempio più chiaro nel gradevole My Life as Liz). Questo è declinato anche in reality più antologici (alla I used to be fat) così come nei megaeventi (EMA, VMA,…). Simbolo di questa tendenza la partecipazione, in veste di cugino italoamericano del protagonista, di Vinnie (uno dei Guidos di Jersey Shore) al telefilm Hard Times. Nel mondo di MTV una persona “vera” può diventare persino parente di un personaggio di finzione.


Piuttosto curioso come tale variazione del linguaggio televisivo non fosse stata ancora sfruttata a dovere da quel mostro mutaforma che è il fumetto. Abbiamo serie scritte come 24, altre come NYPD Blue, ma pochissime (nessuna?) come The Real World. E qui arriviamo a Scarlet. Un fumetto in cui la protagonista (e qualche comprimario) si confessa al lettore parlandogli direttamente, muovendosi in un mondo che (almeno nei primi 5 numeri) parte da una versione post-adolescenziale di Death Wish per arrivare a una serie spaventosa di parallelismi con l’attuale (e quindi reale) situazione socio-politica. Tutto incorniciato dalle tavole di un Alex Maleev fuori scala, mai così sospeso tra stilizzazione e iperrealismo.


Non ho la minima idea di come Bendis possa riuscire a gestire questa cosa nelle prossime uscite. Se nei primi numeri la favoletta della vendicatrice alla Zoe Lund poteva reggersi sulle fragili gambe della sospensione dell’incredulità (la sequenza in cui Scarlet si improvvisa cecchino e impara a colpire a morte nel giro di due colpi), le gestione dell’attentato interno alla manifestazione anti-corruzione invece è pura dinamite sospesa su uno scoppiettante falò. All’interno delle pagine della quinta uscita ci si chiede chi possa aver lanciato la granata sui manifestanti: le forze dell’ordine rancorose o qualche frangia interna alla protesta? E questa da chi potrebbe essere composta? Estremisti desiderosi di avere un motivo per cui attaccare le forze dell’ordine o agenti in borghese?


Adesso distogliamo lo sguardo dalle pagine stampate e volgiamolo a Roma, Atene, Genova,Seattle,… Finiremo per porci le stesse identiche domande. Eccovi servito l’ennesimo trucchetto per facilitare l’immersione del lettore nella narrazione di Scarlet. Bendis gioca sporchissimo e cerca in ogni modo di distorcere la nostra concezione di moralità grazie alla potenza empatica della prossimità. Grazie a tutti gli stratagemmi di cui sopra (compresa la scelta del disegnatore, fondamentale) sentiamo la protagonista vicina, reale e tangibile. Come possiamo dargli torto se lei decide di farsi giustizia da sola? La sua è una tragedia struggente. Eppure siamo pronti a indignarci appena si sente parlare di un cittadino che decide di difendersi da solo. Aldilà delle incongruenze narrative, dei dialoghi taglienti e delle facili sortite nel rape’n’revenge/noir il vero punto focale della nuova serie Icon è questo: il nostro mondo e quello di carta si confondono. Se con risultati brillanti o meno è ancora presto per definirlo (il primo Tpb comprende solo 5 numeri), ma le premesse per qualcosa di interessante ci sono tutte.

4 commenti:

Officina Infernale ha detto...

anche questo muy bello...sono curioso di vedere anche il moon night anche se non so se sia scritto da bendis ma e disegnato da maleev...

Officina Infernale ha detto...

ti consiglio il nuovo dei Black Cobra, una bomba...slo sludge in questo periodo è in gran spolvero...

MA! ha detto...

Ne avevo letto sul tuo blog. Appena riesco passo al recupero. E il nuovo Black Tusk com'è?

Officina Infernale ha detto...

l'ho ascoltato troppo di sfuggita...ti farò sapere...