domenica 19 giugno 2011

Mark Millar non ci sarebbe mai arrivato: Super di James Gunn (US/2011)



Super è tutto quello che Kick-Ass (e lo dico da superfan di KA) non è riuscito a essere, ne su carta ne su pellicola. Meno ipertrofico e pop, infinitamente più profondo e stratificato. Eppure la base di partenza è quell'urticante commedia splatter di matrice Tromesca che ha reso famoso il regista James Gunn prima ancora dei trionfi al botteghino US.


Super si presenta con fotografia televisiva e messa in scena di una povertà assoluta. Tre o quattro set in tutto, una manciata di attori (anche se di primo piano), effetti speciali tra il casalingo e il lo-fi d'autore. Lo stile è documentaristico, con una macchina da presa traballante (non epilettica alla Greengrass, proprio traballante) puntata sempre troppo vicino o troppo lontano. Pare di essere tornati negli anni ’90 del cinema indie, quando il digitale e i suoi orrori da baraccone cheap erano ancora una minaccia lontana. Già il precedente Slither era un bel salto nel passato, con la sua sarabanda di mostri di lattice e anatomie deformate, ma qui la percezione è del tutto diversa. La forma si sposa con il contenuto, non siamo dalle parti dell’omaggio affettuoso.


Sullo schermo passano solo perdenti, non c’è traccia della solita grandeur made in Hollywood. E’ il cinema del reietto, del signor nessuno che abita in un posto qualsiasi di uno stato qualsiasi. Abituati a sceneggiature che snocciolano scene grondanti coolness da postare su Youtube, frasi a effetto o personaggi incapaci di esitare risulta straniante trovarsi a che fare con una storia dove tutti sono fuori posto, perdenti per la vita. Anche al di fuori delle esplosioni di violenza Super riesce a essere realmente sgradevole. Non arriva al risultato mettendo davanti alla macchina da presa una bambina ninja di 10 anni, ma semplicemente giocando continuamente al ribasso. Dando sempre più addosso ai suoi personaggi. Siamo dalle parti di Defendor, ma senza tutta la patina buonismo derivante dall’autismo del protagonista. Così si ride della goffaggine del protagonista e della completa follia della sua assistente, della loro incapacità di rapportarsi al mondo reale. Come se la fuga dalla realtà fosse l’unica via per redimersi da vite grigie e banali, proprio come succedeva in Astropia (nerd-movie islandese a base di giochi di ruolo e criminali veri). Basta una tutina attillata e una chiave inglese per vestire i panni di un supereroe, amato e temuto in egual misura.


In Super si ripercorrono tutte le tappe obbligatorie del cinecomics, dai primi tentativi nel vicolo dietro casa fino allo scontro finale con l’antagonista. Compresa inevitabile maturazione e passaggio a livello successivo. Ma quello che fa Gunn a questo punto è grandioso, dimostrandoci che la vita va comunque avanti. Anche quando si vince.


E, se si guarda bene, si scopre che non è che sia così male.


Un finale che nel suo essere sommesso e normale doppia in epicità ogni altra cosa fatta in campo di mantelli e maschere. Un picco di pura autorialità. Gunn raggiunge un compromesso che pareva inarrivabile tra eccessi di scorrettezza e poesia intimista, dimostrando quanto c'è ancora da dire in ogni campo. Un pò come far recitare un testo di Shakespeare in un film della Troma. O scrivere una delle più raffinate operazioni di meta-cinema infarcendola con serial killer ermafroditi e altre follie. Super si pone come autentica pietra di volta del supereroe al cinema (ma lo sarebbe anche nei fumetti), e lo fa spendendo il minimo, affidandosi alle facce giuste e buttando sul banco una sceneggiatura perfetta. Sospesa tra dramma, demenza, ricerca interiore e sberleffo di grana grossissima. Inutile dire che non lo vedrà nessuno.






7 commenti:

Furavio ha detto...

Si parla già di una distribuzione in Italia o il film deve ancora uscire negli USA?

Watanabe ha detto...

Se non viene distribuito sicuramente non lo vedrà nessuno.
Dal trailer noto somiglianze con lo stile di Scott Pilgrim. Sbaglio?

Furavio ha detto...

Già. Ma volevo semplicemente sapere se già esistesse, se sia già fruibile attraverso canali alternativi al cinema o se sia prevista una data italiana, tutto qui.
Credo inoltre che se venisse distribuito se lo vedrebbero in pochi, e di quei pochi solo pochissimi potrebbero dare una critica pseudo oggettiva della pellicola senza cadere in commenti pregiudizievoli e fuori luogo.

MA! ha detto...
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MA! ha detto...

Il film avrà vita durissima, contate che ci ha messo più di un anno per uscire anche negli USA. Il motivo è presto detto: non piacerà a nessuno. E' un capolavoro come se ne sono visti pochi, ma fa di tutto per passare come il solito film trash. Invece bastano gli ultimi 3 minuti per rimanere negli annali. Non è eccessivo entusiasmo, me lo sono rivisto due volte in due giorni. Non succedeva da tempo. Per le somiglianze con Scott Pilgrim... poca roba, un paio di di sequenze. Ma il tutto è ben giustificato dalla realtà alternativa dove vive il protagonista. Non aspettate e scaricatelo, lo si trova già n italiano.

Valentino Sergi ha detto...

Ne avevo sentito. Mi hai convinto... lo recupero sicuro.

Alicesu ha detto...

"Abituati a sceneggiature che snocciolano scene grondanti coolness da postare su Youtube, frasi a effetto o personaggi incapaci di esitare risulta straniante trovarsi a che fare con una storia dove tutti sono fuori posto, perdenti per la vita. "

Vero, ho passato i primi venti minuti pensando che in fondo non aveva questi dialoghi... Per fortuna ho ritrovato la retta via e compreso che quel tipo di cinema ad effetto era lontano anni luce da questa perla.
Sono due giorni che giro sul tuo blog senza lasciare commenti, lo trovo molto interessante (e c'è una sacco di roba che non conosco).