giovedì 6 settembre 2012

[Nani, birra e botte da orbi] Skullkickers di Jim Zub, Edwin Huang e Chris Stevens



Skullkickers è una serie con un sacco di difetti. Di certo il livello delle tavole non è lo stato dell'arte, è priva di autentica profondità e ben lontano dall’essere un prodotto genuinamente originale. Eppure riesce in un campo dove un sacco di gente fallisce: essere davvero, davvero divertente. Che, a rigor di logica, dovrebbe essere l’obbiettivo primo di ogni opera realizzata per la pura evasione. Lapalissiano, verrebbe da dire, eppure spesso e volentieri pare che questo concetto sia pericolosamente nebuloso. 

Considerando che i protagonisti di questo fumetto passano un sacco di tempo rintanati in lerce osterie da quattro soldi – ubriachi e sfatti come lo siamo stati tutti nei nostri anni migliori - mi pareva giusto affrontarne l’analisi in chiave culinaria. Da questo punto di vista Skullkickers non è che il corrispettivo su carta di un untissimo (e altrettanto gustoso) panino da ambulanti.  Quelli a cui non puoi resistere, ma che ti rendi conto sarebbe stato meglio evitare per lasciare spazio a qualcosa di più nobile (e intanto pensi “Ormai è tardi, tanto vale arrivare in fondo”, raggirandoti da solo). Prendi un buddy movie (bromance free), sostituisci il bianco e il nero (o il cieco e il sordo) con un nano e un energumeno calvo. Non poliziotti, ma soldati di ventura a zonzo in un mondo di impianto fantasy. Condisci il tutto con abbondanti dosi di violenza e il piatto è servito. Come si diceva, nulla di che. Eppure basta guarnire la nostra leccornia con un sacco di dialoghi brillanti e mai fini a se stessi (e che siano privi di riferimenti a D&D, mi raccomando) per avere un manicaretto da leccarsi i baffi. Semplice ma efficace.

L’unica vera colpa imputabile a Jim Zubkavich, scrittore della serie, è l’immaginazione piuttosto limitata. A livello di visionarietà siamo prossimi alla piattezza dell’ultimo, terribile Conan cinematografico. Nonostante il tutto sia innegabilmente ben fatto non scatta mai quel meccanismo mentale che ti spinge a chiederti cosa arriverà dopo. Ed è un peccato perché la sinergia tra umorismo e fantasy ha un potenziale immaginifico incredibile, avendo praticamente tra le mani un mondo privo di limiti e a cui vengono fatti saltare anche i freni inibitori imposti dalla serietà (penso alla prima parte di Bone, a Shaolin Cowboy, ad Adventure Time,…). Questa mancanza di respiro viene ampiamente compensata da un ritmo supersonico, dai già citati dialoghi effervescenti - arricchiti spesso e volentieri da colorite inflessioni vernacolari - e dalla rozzezza senza precedenti dei protagonisti. Due autentiche bestie, inarrestabili e dalla complessità psicologica di una sottiletta (tanto per stare in ambito di alta gastronomia).

Esiste una sottile ma fondamentale differenza tra essere di bocca buona e amare i sapori più semplici. Se la prima ipotesi esclude a priori ogni tipo di piena soddisfazione in virtù di una pigrezza che va inficiare l’efficacia della ricerca (modo complicato per dire che vi accontentate di quello che passa in convento), la seconda ostenta una passione godereccia non per forza di cose populista. Animata da stimoli magari semplici ma per nulla scontati. Skullkickers soddisferà appieno chi si pone senza troppe remore nella seconda categoria. E se tanto vi basta, buon appetito!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Avvesi avuto un tablet, avrei approfittato dell'offerta di Comixology. Di certo, sarebbero soldi ben spesi rispetto ad alcuni prodotti Marvel e DC.

MA! ha detto...

Fai come me, che un tablet non potrò mai permettermelo. Vai con la combo torrent + hardcover (solo se ne vale la pena, però). Di Skullkicker poi è uscita la versione gigante, come quelle di Invincible.