Lida Hujic è quello che in gergo si definisce un alpha trendsetter. Per chi non fosse avvezzo a questa terminologia sappiate solo che questa categoria di persone ha il misterioso dono di essere sempre nel posto giusto al momento giusto. Sfruttando il loro superpotere questi misteriosi figuri raccolgono un sacco di informazioni che noi poveri stronzi percepiremo tra almeno cinque/sei anni (e non è un esagerazione, sono i ritmi medi). Tutto quello che vedremo/sentiremo/vestiremo/useremo nei prossimi anni è influenzato da loro. A scanso di equivoci sappiate che ne io ne voi facciamo parte di questa categoria di persone. Rassegnatevi. Il fatto che stiate leggendo (e io scrivendo) un blog di fumetti e film bizzarri ne è una testimonianza abbastanza forte. Se vi può consolare sappiate che più in alto di loro c’è comunque una categoria ancora più rara: quelli che i trend li creano. Evito di stare a spiegarvi quanto queste persone siano rare e preziose. Evito anche di fare esempi perché, semplicemente, noi queste persone non sapremo mai chi sono. Per conoscerle bisogna essere al posto giusto al momento giusto (appunto), senza considerare che li si deve distinguere nel mare magnum degli “strani per forza”. A noi arriveranno, al limite, solo i nomi di chi certe soluzioni le rende mainstream.
Lida lavora in questo campo da almeno vent’anni e finalmente ha deciso di svelare alcuni degli arcani che muovono i mercati più vitali (il libro è del 2011 e, sebbene l’autrice parli anche solo del 2010 come di preistoria, per noi civili è ancora tutto piuttosto valido). Lo fa sviscerando tre grossi trend, dalla nascita di Mtv Europa al fenomeno hipster. Tenete conto che tutto è molto più complicato di come state per leggere, ma se siete interessati tanto vale che vi prendiate direttamente il libro. Fidatevi, è un acquisto che merita il denaro investito. Secondo le teorie e l'esperienza di questa trendsetter il pattern è più o meno sempre quello:
- Abbiamo un mercato mainstream piuttosto conservatore;
- Nasce una controcultura in risposta al mercato;
- Sempre più gente si indirizza verso questa deriva “alternativa” grazie al movimento generato dagli early adopter;
- Il mercato alza le antenne e intercetta la tendenza. Assorbe la matrice controculturale, la annacqua e la serve al grande pubblico (ormai stanco del vecchio mainstream e aperto alle novità).
- Il mercato mainstream ha un nuovo volto.
- Nasce, di conseguenza, una nuova forma di controcultura.
- E così via…
Nulla di nuovo direi. Quello che colpisce è la costante osservazione reciproca tra i due poli. Ogni prodotto ha un tempo di gestazione, risulta quindi indispensabile per il mainstream basarsi su quello che sarà di moda e non quello che lo è adesso (da qui il fatto che le grandi aziende paghino un sacco di soldi per le consulenze di questi trendsetter). In caso contrario si rischia di arrivare sul mercato con un prodotto già obsoleto, considerato scontato. Alla stessa maniera tutto ciò che è fuori dalle meccaniche del grande pubblico nasce come risposta diretta a queste. Senza non potrebbe esistere (per essere raggirate devono comunque essere stabilite delle regole). Il risultato è un circolo vizioso che porterà a produrre sempre nuova cultura. Direi che la prospettiva non fa schifo.
Nel libro The First to know lo schema qui sopra viene applicato a una serie di esempi vissuti dall’autrice direttamente sulla propria pelle. A parte il fatto che in questo modo già il volume si presenta come qualcosa di assolutamente moderno (è un incrocio tra un testo accademico di sociologia e un diario personale, trovi la citazione dal libro introvabile accanto al racconto di una festa nella Londra di metà anni ’90), ma quello che colpisce è la totale apertura mentale di Lida. Nessun giudizio, nessuna critica, nessun paternalismo. Solo curiosità maniacale e un desiderio indomabile di vedere sempre un passo più in la.
Lida non si prende mai nessun merito. Lei insiste che tutto le è capitato stando accanto alle persone giuste. Come se lei non abbia fatto altro che incontrare questi misteriosi creatori di trend (che dai suoi racconti oggi parrebbero tutti miliardari. E, considerata la testolina che si ritrovano, direi che se lo meritano). La lezione che ne esce è di estrema umiltà, di capacità di ascolto e di apertura verso tutto. Non puoi mai sapere da chi arriverà la prossima idea geniale.
Non male per un libro che, a una prima occhiata, parrebbe parlare solo di negozi di vestiti ed emittenti musicali. No?
2 commenti:
spassoso (come sempre) e inedito (alle mie sempre più spuntate antenne)
come si fa a non commentarti positivamente
Odd
ma che figata immensa!!!
un libro super interessante, verrà mai tradotto anche nelle altre lingue?
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