E’ notizia recente che finalmente qualcuno si degnerà di proporre in italiano Morning Glories. E il fatto è molto più importante di quanto ci si aspetterebbe. La bella serie di Nick Spencer (prossimo prezzemolino Marvel) rappresenta al meglio l’ultima evoluzione della Image Comics, passata dalla monnezza dei primi anni ’90 (quando vendeva tonnellate di albi riempiendoli di nulla colorato in digitale) alla recente (dal 2010) renaissance fatta di autorialità applicata al fumetto popolare.
Non è un caso se tutti i principali autori di comics abbiano un progetto in corso (o di imminente varo) presso la casa editrice degli (ex) Grandi 7. Vedi i vari Mark Millar, Ed Brubaker, Jonathan Hickman,… Il merito di questa svolta va al giovane Robert Kirkman, capace di convincere anche i più scettici che due serie “impossibili” come The Walking Dead e Invincible possano vendere un bel po’ di copie mantenendo un livello qualitativo stratosferico, pur discostandosi totalmente da quanto proposto dalle major (si sta parlando di due serie quasi esistenzialiste, nonostante si tratti di zombie e supereroi). Le parti alte delle classifiche di vendita saranno anche in mano a Marvel e DC, ma basta un Fatale qualsiasi per tirare lo sciacquone di tutta Fear Itself in un colpo solo. Non ci credete? Provate a farvi un giro sul sito Image senza farvi ingolosire da un sacco di serie che in Italia non arriveranno mai.
Morning Glories si inserisce perfettamente in questo filone. Proponendosi come una sorta de Il Prigioniero in chiave adolescenziale, riesce a fare da ponte tra la Vertigo e i Runaways di Brian K. Vaughan. Contorta, ricca (forse troppo) di trovate bizzarre e personaggi al limite, punteggiata da episodi di ultraviolenza assolutamente gratuiti. Oltre che arricchita da un cast capace di svolazzare tra il perfetto e il luogo comune (dove per luogo comune si intende quel genere di personaggio tipico del teen-drama alla O.C.). Dal sognatore Hunter alla provocante Zoe fino al novello genio del male Ike. Attenzione però: nonostante si percepisca un’attenzione maniacale per i dialoghi (come deve essere in ogni opera basata sull’adolescenza) e il livello sia sempre piuttosto alto, siamo comunque lontani dalla mimesi da docufiction della serie giovanile Marvel (prima gestione, naturalmente).
Aspetto apprezzabile di tutta la serie è l’onestà con cui Nick Spencer gioca con ciò che il pubblico cerca. L’ambientazione scolastica parte da Harry Potter e sconfina in tutta una serie di manga, a cui si deve anche il look preppy dei protagonisti. Aspetto fintamente superficiale, importantissimo nell’economia dell’universo narrativo (di qualsiasi universo narrativo. Cosa sarebbe della neo-icona noir Driver/Ryan Goslin senza il bomber in raso champagne?). La trama costruita a blocchi di misteri sempre più intricati parte poi da Lost (per ammissione dell’autore) per sconfinare in un sovrannaturale dalle tinte vagamente dark. Insomma un sacco di roba che piace tanto ai ragazzini. Aggiungiamoci le fantastiche copertine di Rodin Esquejo e le apprezzabili tavole (seppur molto, molto, molto migliorabili) di Joe Eisma e non dobbiamo sforzarci di capire perché Morning Glories abbia esordito con un sold-out.
Una scrittura sagace, (molto) intelligente e divertita al servizio di un bel guazzabuglio di spunti e riferimenti. Rivisti con un’ottica fresca e anticonvenzionale. Il tutto servito senza eccessi retorici, manicheismo di genere o scivoloni nei due antipodi del fumetto (populismo vs artsy-fartsy). Una goduria.
P.s. per chi sapesse l'inglese... i due trade paperback costano veramente una miseria e sono di ottima qualità. Ci siamo capiti?
2 commenti:
ok sono stato convinto! e cmq in image anche il dragone selvaggio è sempre fantastico.
Ma stai scherzando? Il dragone è il mio fumetto preferito di sempre!
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