Quel simpatico performer milanese che si aprì il petto in pubblico per dimostrare la sua vulnerabilità? Che si faceva pestare a sangue nelle gallerie d'arte? Che aveva un lessico composto da incisioni nella carne viva, bocche cucite e salassi? Probabilmente Marion Laval-Jeantet sì, tanto da spingersi addirittura oltre.
Durante l'intensa performance Que le cheval vive en moi, spinta dal desiderio di fondere umano e animale, l'artista è arrivata a iniettarsi sangue equino direttamente in vena (e a installarsi delle protesi alle gambe). L'esperimento ha richiesto mesi di preparazione (per evitare shock anafilattici) e potrebbe portare a conseguenze irreversibili. Per ora la francese giura di aver vissuto esperienze extracorporee piuttosto forti, tanto da sentirsi più cavallo che essere umano.
Nessun commento:
Posta un commento