mercoledì 31 agosto 2011
lunedì 29 agosto 2011
[Stare male veramente] Today is the Day - Pain is a Warning (BMA/2011)
domenica 28 agosto 2011
Facciamo un doppio a Street Fighter?
mercoledì 24 agosto 2011
Quei bei polizieschi di una volta: The Unjust di Ryoo Seung-wan (Kr/2010)
Recupero tardivo per un film che, ironicamente, avrebbe meritato più attenzione proprio per i motivi per cui il sottoscritto l’ha sempre snobbato e dimenticato nella pila dei film “da vedere” (catasta, tra le altre cose, sempre più alta e pericolante). The Unjust è uno di quei film di cui sembravano esplodere gli anni ’70. Uno di quei polizieschi con una spolveratina di politica, basati più sui personaggi che sulle esplosioni e le trovate a effetto.
Tutto parte da una crisi delle forze dell’ordine sud-coreane. L’attenzione dell’opinione pubblica è concentrata sui delitti di un violentatore di bambine. Tanta è la pressione sulla polizia che per sbaglio una copia di detective abbatte un sospetto. Se si venisse a sapere sarebbe il tracollo totale. Meglio istituire una task force con poteri speciali e lasciare che i buchi vengano tappati. A ogni costo.
Da questo punto si sviluppa un dedalo di cospirazioni dalla doppia/tripla faccia. Prima di tutto occorre un colpevole da mandare nel braccio della morte. Un disperato che si sacrifichi per il bene della propria famiglia, ripagata del suo sacrificio con un’ingente somma di denaro. Gentilmente offerta da un malavitoso a cui occorre assolutamente l’aiuto della polizia per poter accedere a un appalto multimilionario. Traffici sporchi a cui si interessa il procuratore Joo Yang, a sua volta impelagato in un vortice di corruzione e amicizie pericolose. In The Unjust tutte le pedine giocano su di un enorme tabellone comune (una Corea del Sud al limite del tracollo, lercia e fatiscente), dove ogni singola mossa si ripercuote su tutto il resto della partita. Così si spara poco e si parla tantissimo, si insinua e si gioca d’astuzia. Non a caso di questo film è più noto il nome dello sceneggiatore (Park Hoon-jeong) che quello del regista. Tutti paiono sbrodolarsi per la penna dietro a questo thriller, la stessa che ha scritto su di un post-it la trama di I Saw the Devil (film bomba, ma dove la scrittura non conta praticamente nulla), e nessuno pare riconoscere a Ryoo Seung-wan i suoi meriti. Un 38enne con già 7 regie di ottimo successo alle spalle, tra cui il piccolo cult low-budget The City of Violence. Un gioiellino girato in digitale, stupidotto, ammiccante e divertente come ogni action dovrebbe essere. Basterebbe confrontare la regia colorata e iperpop di questo con il rigore di The Unjust per capire la padronanza del mezzo sfoggiata dal Nostro. Di tanto in tanto qualche trovata di regia a effetto punteggia lo scorrere delle pellicola, ma sono piccoli specchietti per le allodole in un progetto che mette in primo piano la narrazione rispetto alla costruzione estetica.
Una volta arrivati alla fine delle due ore (praticamente un cortometraggio rispetto alla media coreana, fattore che fa slittare sempre più la visione delle quasi 3 ore di The Yellow Sea) si ha la sensazione di aver visto un bel film, solido e durevole anche se con il freno a mano tirato. L’abbondanza di personaggi, la complessità dei loro legami, il fatto di non poter mai rivelare nulla prima del tempo hanno costretto a un lavoro certosino in cabina di regia. Il risultato è godibile e soddisfacente come non si potrebbe chiedere di meglio, ma forse un pò troppo freddo (anche relazionandolo al genere). Se nel già citato The City of Violence il delirio creativo di Ryoo Seung-wan lo aveva portato a sbattersene bellamente di tutto e a togliersi più sfizi possibile (con tanto di apparizione dei Baseball Furies e di deliranti citazioni di Chang Cheh), qui invece pare più nei panni dell’autore che vuole consegnare il filmone ai posteri. Missione parzialmente riuscita. Però di John Woo si finisce sempre per riguardare Hard Boiled, non The Killer. Detto questo, anche a costo di contraddirmi con quanto appena scritto, meglio un bel tentativo di cinema modernamente vintage come questo che l’ennesima accozzaglia di esplosioni e pacche sulla testa allo spettatore.
lunedì 22 agosto 2011
Vi ricordate i bei tempi di Franko B.?
sabato 20 agosto 2011
Hai capito le testuggini!
Bravo ballerino, Samuel Beckett sarebbe orgoglioso di te
Dancer #3 by Kris Verdonck from OtherSounds on Vimeo.