mercoledì 13 luglio 2011

Fanzine black metal per un pubblico white trash: Hate Fuck




Give Up è un tizio piuttosto attaccato alle vecchie abitudini. Nonostante ormai certi strumenti siano accessibili a tutti, lui preferisce continuare ad affidarsi alla nostalgica combo colla+forbici+fotocopiatrice. Partendo prevalentemente da fotografie scattate da lui stesso, tutte dallo spiccato (e inedito) gusto a metà tra street art e black-metal. Con il passare degli anni la sua arte ha trovato diverse applicazioni, dalle affissioni clandestine per le strade di Austin (TX) alle copertine di dischi (fuori anche per Deathwish, mica bruscolini) e abbigliamento. Un percorso artistico sghembo e irrispettosamente trasversale, capace di unire sotto lo stesso ombrello sottoculture e scuole di pensiero altrimenti agli antipodi. Tutto, rigorosamente, all’insegna della bassa fedeltà.



Hate Fuck è la fanzina autoprodotta da Give Up, composta prevalentemente dagli avanzi delle sue produzioni ufficiali. Fotocopiata (con tanto di bordino bianco) come vuole la tradizione più underground, senza per questo rinunciare a qualche inserzione da volumetto d’arte (pagine trasparenti, serigrafie, inchiostri metallizzati). I contenuti spaziano per tutto il solito armamentario a base di caproni e croci rovesciate, passando per fotografie di tralicci, armi da fuoco, scene di vita da suburbia e animali incazzosi. Hate Fuck pare partire dal cartello in apertura al Gummo di Harmony Korine, con quel gotico da esoterismo nord europeo a sovrapporsi allo squallore del white trash statunitense.



Una versione più sincera è profonda delle provocazioni alla Odd Future Wolf Gang Kill Them All, tanto pompate dalla stampa indie\patinata statunitense. Perfetto per capire al meglio la poetica di Give Up il volume mammoth da 434 pagine Collection 1, ristampa ragionata e commentata (da lui stesso) delle prime sette uscite della fanzina (su 10 totali). Una maratona tra bianchi e neri sgranati, intarsiati da esoterismo spicciolo e malessere provinciale. Spesso puerile e irrisolta nella sua urgenza di risultare artistica, molte altre volte perfetta nel definire un’estetica nera e paludosa.



Give Up è l’anello di congiunzione tra i vecchi flyer grindcore, le suggestioni stradaiole più in voga, la moda del satanismo da quattro soldi e l’autoproduzione un pochetto snob. A sua discolpa non ci si può non accorgere che nei territori del trendy ci è finito perché gli è cambiato il mondo attorno, non viceversa. La genuinità del texano è palese. E poi ci vuole veramente poco per comprarmi: basta farcire il pacco degli acquisiti con poster fotocopiati, spille, adesivi e cartoline in omaggio. Proprio come si faceva una volta, quando si compravano i vinili delle peggio band da una parte all’altra del pianeta.






7 commenti:

Officina Infernale ha detto...

questo lo devo avere....!!!!

Officina Infernale ha detto...

meno male che segnali ste meraviglie...cmq dove posso beccarlo?

MA! ha detto...

Trovi tutto qua http://giveup.bigcartel.com/.

MA! ha detto...

Oppure sul suo blog http://ingivingup.blogspot.com/

Officina Infernale ha detto...

ammaz alla velocità di un blastbeat...
ti dico solo che la parola del verifica parola e' MANTAS....non dico altro

Officina Infernale ha detto...

preso!!!

The Passenger ha detto...

really kool!