lunedì 2 aprile 2012

L’occhio non perdona! The Bulletproof Coffin: Disinterred di Hine & Kane



Ancora un articolo su una serie Image. Non è che mi pagano (e neppure mi regalano i fumetti), è che oggi come oggi sono pochissime le serie di questa rinata casa editrice che non seguirei. Un fatto condivisibile, credo, con tutti quelli che decidono di scavalcare i distributori italiani per seguire direttamente in lingua originale. Bastano un manciata di titoli del calibro di Saga, il nuovo Prophet, Thief of Thieves, Fatale e adesso anche questo spin-off di quel gioiello che era The Bulletproof Coffin per capire che il confronto con le altre due major è impietoso. Si concentrassero di meno su mega-eventi e reboot vari…


Prima di andare a parlare di TBC: Disinterred occorre introdurre la mini originale a chi non l’avesse letta. Sappiate che si parla di un delirio metalinguistico senza freni inibitori, dove gli stessi autori del fumetto che noi stringiamo tra le mani (i grandissimi Hine & Kane, entrambi venuti fuori da quella fucina di talenti che era 2000AD) sono anche gli autori/personaggi di finzione delle storie-dentro-alla-storia dove il protagonista, da avido lettore, viene risucchiato. Da qui una serie di elucubrazioni alla Flex Mentallo sulla paternità dell’opera, sull’autorialità,… Tutta una serie di cose molto interessanti, però la verità era solo una: la cosa più fica di The Bulletproof Coffin erano i fumetti di questa fittizia casa editrice della golden age. Personaggi già di per sé strampalati, restituiti al lettore dalle matite grottesche di un Shaky Kane in formissima. Una gioia per gli occhi. Psichedelia, pop art, Jack Kirby. Tutto intriso di un umorismo tanto cinico quanto intelligente. Se siete interessati alle proposte borderline - quelle a cavallo tra mainstream e indipendenza arty - questa è una serie da recuperare a ogni costo.


In qualunque caso ora la coppia è tornata. E dai primi tre numeri di questa Disinterred paiono aver eliminato tutte le sovrastrutture della serie originale, concentrandosi maggiormente su storie (per ora) autoconclusive (le cose di complicano leggermente nel terzo, un piccolo capolavoro alla The Twilight Zone). Cancellata quindi la cornice meta- rimane solo spazio per i personaggi della mitica (e inventata di sana pianta) Golden Nugget.  Se la scelta pare populista - viene tagliato tutto quello che denotava autorialità e profondità - in realtà il risultato è straordinario.  Senza grilli per la testa ora Kane è ancora più Kane e Hine ancora più Hine. A tavole sempre più esagerate corrisponde questa volta una scrittura che riesce a rimanere al livello, con picchi di cattiveria e cattivo gusto perfettamente incastonati da scelte linguistiche da romanzetto pulp d’altri tempi. L’impressione è quella che i due abbiano deciso di abbassare il dosaggio di surreale per concentrarsi maggiormente su di un cinismo per nulla -post. Bastino le prime pagine del numero 1, dove un’epica evasione da una bara interrata si risolve nel più annichilente degli anti-climax.


E’ indubbio che per ora questo spin-off abbia un’identità più marcatamente da divertissement rispetto alla serie originale (ma quale spin-off non lo è?), ma è pur sempre intrattenimento di livello. Dove la padronanza della fusione tra alto e basso la fa da padrone. Sia a livello di sceneggiatura che di disegno. E poi, particolare mai come in questo caso fondamentale, le copertine sono fantastiche. Piatte e iconiche come ci si aspetterebbe da una serie a fumetti di serie B realizzata da talenti di serie A.  

3 commenti:

DennyColt ha detto...

quella originale la provo di sicuro allora, mi avevi a "elucubrazioni alla flex mentallo"...
ah, già che ci sono: ho visto vendicami e mi sono innamorato, cos'altro mi consiglieresti del sig. to per iniziare? thanks!

Officina Infernale ha detto...

..l'hai beccato monster truck? un super delirio pop parlavo qui
http://officinainfernale.blogspot.it/2012/01/cose-dallaltro-mondoi-bei-post-di-una.html
sabato black tusk avicenza con i redfang...

MA! ha detto...

@Denny colt: vai tranquillo, che è anche più divertente di Flex Mentallo. Per Johnny To recupera subito Exiled, PTU ed Election (li trovi in italiano e sono tre capolavori apprezzabili da chiunque. Poi una volta visti questi passiamo a quelli un pò più hard-core, che richiedono un minimo di palato abituato ai gusti del cinema cantonese).

@Officina: no, però mi ricordavo il tuo post. Black Tusk + RedFang forse me li vedo domani a Milano.