sabato 25 settembre 2010

L'indiscreto fascino della spazzatura: Trash Humpers di Harmony Korine (2009)




Qualche mese fa, presso il palazzo Citterio di Milano, era possibile godere dell’ultima opera di Paul McCarthy (non quello dei Beatles). Pig Island, che si sia amanti dell’arte moderna o meno, non era altro che un enorme stanzone pieno di rifiuti, scarti del laboratorio dell’artista e un sacco di altra roba strana. Sembrerebbe l’ennesima facile provocazione, ma dalla visione si usciva comunque vagamente nauseati. Cosa che non succede quando fisso lo spazio per la raccolta differenziata a casa mia. Da questo confronto si arriva a una conclusione abbastanza scontata: non basta accumulare sporcizia e/o lordura per trasmetterne il senso di disgusto. A questo punto bisogna fare un altro salto indietro, quando un giovane e totalmente fuori controllo John Waters consegnava ai posteri la bomba a orologeria Pink Flamingos. Si consideri che il film in questione si conclude con un transessuale impegnato a gustarsi feci di cane (vere!). Secondo il suo stesso autore era la nascita del buon cattivo gusto. E’ un po’ la differenza abissale che passa tra un August Underground Mordum (non tiro in ballo i Violent Shit di Andreas Schnaas per via della loro natura totalmente goliardica) e il Terror Firmer della copia Lloyd Kaufman/James Gunn. Noioso al cubo il primo nel suo ostentare violenza e crudeltà, spassoso il secondo nel miscelare autoironia, ultraviolenza, sesso, gender confusion, volgarità e normalizzazione dell’individuo ai margini.



Nel 1998 suscita un clamore indicibile il film Totò che visse due volte, della copia di autori palermitani Ciprì e Maresco. Manco a dirlo l’opera è un capolavoro indiscutibile. Contenuti bassissimi, disumanizzanti, incontrano e si scontrano con suggestioni altissime. Così per un Paletta coperto di piscio da tutto il paese, corpi sciolti nell’acido e ritardati impegnati a strofinarsi sulla statua della Madonna abbiamo lo stupro di un angelo dal forte retrogusto di Klee, riferimenti a Pasolini e Murnau, una colonna sonora che parte da Bach per finire nella musica sacra e una fotografia da storia dell’arte. La morte dell’umanità parte dalle macerie di una Palermo devastata, dove ogni segno di gentilezza è cancellato con forza bruta (tutti i personaggi femminili sono interpretati da uomini, spesso affetti da qualche tipo di deformità). Roba scottante insomma, che in mano a chiunque altro non sarebbe stato che un’accozzaglia di provocazioni gratuite e inutili. Totò invece picchia durissimo, altro che Serbian Film, Martyrs e compagnia varia. Siamo sempre alla differenza tra Pig Island e il mio garage.



A soli 21 anni Harmony Korine è il simbolo del cinema indie. La sua sceneggiatura per Kids diventa un film di Larry Clark, fotografo di fama mondiale noto per i suoi ritratti di tossicomani e delinquenti. Come si è detto sono gli anni del cinema indipendente. Nell’arco di due edizioni al Festival di Cannes si riesce a passare dalla disillusione tutto sommato innocua di un Kevin Smith a quella nichilista e rabbiosa di Korine. Visto il successo dell’esordio era logico pensare al primo assolo dell’ aspirante skater, che arriva con il controverso Gummo. Un film che abbiamo visto tutti, anche solo per fare i fighi. Dopo di questo ci sono stati il dogmatico Julien Donkey Boy e il megaflop Mister Lonely (costato un bel po’). Adesso è il turno di questo Trash Humpers che, detto fuori dei denti, è in tutto e per tutto un Gummo 2.0. Senza gatti affogati, prostitute ritardate, gli Sleep, Burzum, uragani e pancetta sui muri. Essenzialmente si tratta di una sorta di Jackass interpretato da quattro vecchi che si comportano da ritardati, sullo sfondo di una provincia americana lercia e lacerata da superstrade e parcheggi deserti. E' stupido, irritante, noioso da morire. Ottuso come i personaggi che vuole raccontare. E proprio qui sta il punto: se voglio raccontare di white trash, roulotte, mall dozzinali e ignoranza come posso puntare a fare un film spendibile? Non posso.



Ciprì e Maresco partivano da un amore sconfinato per la loro città e le loro origini, da qui la famosa scena dell’angelo che cammina sulle rovine di una civiltà ormai sbriciolata. Anche il fatto che si scelgano riferimenti altissimi per tratteggiare un medioevo suburbano fatto di cattiveria e odio è testimonianza di un retaggio di cui si va orgogliosi. Harmony Korine invece si è reso conto di non avere neppure quello. E l’unica colonna sonora che si può permettere è il rumore di qualche autostrada in lontananza. Proprio come Totò anche Trash Humpers è il ritratto di un paese in rovina. Ma è la rovina del nulla, il trasformarsi in bestia di un’ ignoranza già pericolosa. Ripeto, come posso sperare di trarre un bel film da un soggetto simile?



Tutto questo preambolo per arrivare alla conclusione che il nuovo film di Korine è una merda. Ma non potrebbe essere altrimenti e, soprattutto, riesce a essere orrendo nel migliore dei modi possibili. A questo punto dovrei dire che è un lavoro perfetto, perché arriva proprio dove deve arrivare. Ma sarebbe come premiare la tabula rasa, l’analfabetismo e la chiusura nell’auto indulgenza più comoda. Cosa fare?








3 commenti:

:A: ha detto...

Diciamo che raggiunto un certo limite, in particolare della messa in scena del nulla, poi si arriva all'afasia, vedi l'ultimo Beckett, anche se forse il paragone non è precisissimo.
In altre parole, arrivato al fondo della merda, o ci pianti un seme di loto, o ti ci lasci soffocare.

"dalla visione si usciva comunque vagamente nauseati. Cosa che non succede quando fisso lo spazio per la raccolta differenziata a casa mia."
Eheheheh... ;-)

MA! ha detto...

E se uno si lascia soffocare e cerca di raccontarcelo? Harmony alla fine fa quello, e ci riesce benissimo. Solo non capisco se a me (inteso come pubblico) possa interessare. Comunque il film ha passaggi veramente disturbanti, quindi il ragazzo ci sa fare. Non è uno che vende fuffa.

:A: ha detto...

Raccontare il soffocamento è difficile e non contesto minimamente la scelta, nè mescolo etica ed estetica. ;-)
Semplicemente, come te, mi chiedo se mi possa interessare.