L’industria cinematografica è sempre stata foriera di grossi misteri. Si prenda ad esempio il cortometraggio in apertura al post (dell’anno passato, ma che ho avuto modo di scoprire solo ora grazie alla recente segnalazione di Twitch). Girato in evidente economia riesce comunque a dimostrare quanto abbia da dire il giovane regista Dennison Ramalho. L’opera è durissima, agile nel miscelare in 25 minuti l’exploitation sociale di Tropa de Elite, suggestioni jhorror di rara efficacia, torture porn, spennellate di thriller psichedelici anni ’70 e un apparato visivo nonostante tutto modernissimo. La domanda è semplice… perché un soggetto così talentuoso non sta già lavorando a qualche produzione di spessore? Perché invece il suo imdb lo indica ancora all'opera su di un cortometraggio che vedranno in quattro?
Ninjas si apre con una scena tanto enorme da mangiarsi in un sol boccone praticamente tutti gli horror esoterico-satanici degli ultimi anni (contemporaneamente). Sia per la coerenza tra ambientazione e sceneggiatura (i thriller a sfondo demoniaco hanno sempre funzionato meglio se ambientati in paesi cattolici - nel senso più retrogrado del genere. Vedi Spagna, Italia, Sud America,…), sia per la potenza visionaria con cui si chiude. Si procede con il già citato segmento giapponese, filone esausto ma che qui viene ripreso tanto come scuola estetica quanto come magazzino di significati. Il senso di colpa rimane uno degli spettri più difficili da sconfiggere. Una volta presa una scelta sbagliata questa si anniderà ai margini del nostro sguardo per un sacco di tempo (come il rancore, no?). Si passa poi al capitolo conclusivo, quello di gran lunga più stordente e ricco di interesse. La Notte della Pulizia è una follia dove trovano posto Arancia Meccanica, Hostel e Una Lucertola con la Pelle di Donna. La coercizione da parte dell’autorità diventa simbolismo allucinato e iperviolento. Considerando quanto sia derivativo il materiale di partenza mi pare che tale conclusione non sia esattamente un risultato da buttare alle ortiche. La regia desatura il desaturabile, si fa languida o convulsa al momento giusto, non indugia mai in vezzi archeologici (se non, vagamente, nell’audio) e non nasconde nulla. I demoni interiori improvvisamente assumono lo spazio che meritano: nullo. Quando scopri che razza di mostri camminano sulla nostra stessa Terra tendi a ridimensionare ogni tua psicosi o semplice sega mentale. Vedi alla voce Joseph Fritzl, Idi Amin o qualche altra personalità dello stesso calibro di disumanità.
Chiusura nella media, ma era durissimo fare qualcosa di più.
Conclusione: caro Dennison Ramalho, ti voglio al lavoro su di un lungo al più presto possibile. Che di Neill Blomkamp non c'è ne mai abbastanza.